Magic In The Moonlight la maggia dell’ammore

Magic In The Moonlight

Dopo il lungo week end di festa, eccomi di nuovo sul blog, questa volta per parlare di Magic In The Moonlight, l’ultimo film, per quest’anno, di Woody Allen.

Siamo andati a vederlo domenica. A un UCI. Mezz’ora di pubblicità e finalmente partono i titoli di testa. In quel mentre si apre una porta e quattro Bestie da cinema bionde e attempate irrompono in sala rompendo le palle a tutti.

Sono riuscite a:

– Parlare

– Bruciare le retine di alcuni spettatori con il flash dei loro cellulari, senza per altro riuscire a leggere i posti sul biglietto

– Uscire dalla sala per capire se erano in quella giusta e controllare dove dovevano andare. L’avessero chiesto a me avrei risposto volentieri: “Affancu…”

– Rientrare in sala chiocciando come stessero deponendo le uova

– Essere insultate da mezza platea. Me compreso. Anzi, non mi sono fatto pregare

– Una ha attraversato una fila fermandosi in mezzo allo schermo

Prima di sedersi.

Non so, dicono che sono intollerante, ma io le avrei legate ai cavalli e le avrei trascinate per la piazza antistante al cinema.

Finalmente, appena le quattro bionde hanno trovate la pace, siamo riusciti a goderci il film.

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Multiplex er firme de paiura!

Multiplex

È domenica pomeriggio, il sole splende in cielo, ma non fa troppo caldo, si sta bene.

D’un tratto, in questa splendida giornata, sono irrequieto, una strana forza si sta agitando dentro di me. È l’autolesionismo che si sta destando dal suo torpore e mi spinge a vedere film dimmerda.

Siccome a casa ne sono sprovvisto in questo momento, non posso vedermi niente svaccato in mutande sul divano. Mi fiondo su internet a cercare un film brutto, lo trovo subito: è appena uscito, ma c’è solo in due sale di due UCI in tutta Milano.
Perfetto è il segno che aspettavo: solo i film peggiori vengono dati in solo due sale in tutta la città.

La smania tipica del suicida mi spinge a vestirmi in tutta fretta, saltare in macchina e guidare come un pazzo fino a Pioltello.

Corro alla cassa, chiedo i biglietti, il cassiere mi guarda e mi dice: “Ma è proprio sicuro che vuole vederlo?
Io, baldanzoso: “Certo, perché?
Il cassiere: “No, così, lo sa che è un film… diciamo… indipendente, vero? Glielo dico perché l’altra sera la gente è uscita dalla sala chiedendo indietro i soldi del biglietto…
Ho l’acquolina in bocca, prendo i biglietti, vado a comprarmi il Magnum alle mandorle di ordinanza e vado verso la sala… non so se sia stato il passaggio dal caldo esterno al freddo dell’aria condizionata, o il Magnum alle mandorle che stringevo in mano, ma fuori dalla sala c’è Gandalf Il Grigio. Ci guarda con l’aria sconsolata e spaventata di chi sa che il peggio deve ancora arrivare e, alzando le mani al cielo, ci dice: “Fuggite, sciocchi!

Chiudo gli occhi per un istante, Gandalf è sparito, entro in sala pronto a vedere Multiplex un Thriller di Stefano Calvagna.

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2012: La Morte Puttana

Il titolo del post è preso da una poesia di Tiziano Sclavi sulla morte:

E la morte, la morte, dolcissima e amara,
la morte che cerchi nella notte chiara,
che cerchi per dirle quanto l’ami ancora,
che eri andato via ma di nuovo sei qui ora,
perché non puoi stare lontano da lei,
e le dici piangendo: io per te morirei,
e che sei il suo schiavo, e che lei è sovrana,
la morte, la morte, la morte puttana.

Che il 2012 non sarebbe stato un anno bello si vociferava già da un po’. Lo dissero i Maya qualche migliaio di anni fa quando ce la gufarono dicendo che a dicembre sarebbe finito il mondo. Qualche secolo dopo la saggezza popolare fece il resto creando il detto: “Anno bisesto, anno funesto.” e infatti il 2012 è un anno bisestile e la saggezza popolare ha sempre ragione, quindi questo è un anno davvero dimmerda.

Tralasciando Monti e i suoi tentativi di uccidere i poveri per salvare i ricchi, ci sono state tutta una serie di persone scomparse a noi tanto care e tutta una serie di altri eventi nefasti.

Il post, lo dico subito, è volutamente ironico per sdrammatizzare e ricordare con un sorriso quelli che hanno accompagnato la mia crescita regalandomi sorrisi e bei momenti.

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