Negli anni ’80 c’era la Guerra Fredda, quel regime di tensione mondiale in cui gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica si guardavano in cagnesco mentre tenevano il dito sul Bottone Rosso e facevano cagare in mano il mondo intero.
La Guerra Fredda era una cosa brutta, mi dicono, ma ha partorito anche cose belle. Per esempio i cattivi al cinema. Quando andavi a vedere un film e c’era uno che parlava russo, sapevi che quello era il cattivo e che prima o poi l’eroe l’avrebbe reso una macchia di sangue sul pavimento. E non vedevi l’ora che quello accadesse.
Poi il Muro di Berlino è caduto, l’Unione Sovietica si è sgretolata, i Russi son passati da essere cattivi a essere solo antipatici e il cinema, piano piano, ha perso quella verve nel rappresentare i villain, trasformando il male in una sfumatura grigia, dando a chi doveva essere cattivo delle motivazioni condivisibili e mettendo l’eroe nella triste posizione di sparare con rimpianto.
Ora la Guerra Fredda, in altre forme, sta tornando. La Russia ha ricominciato a fare le sue porcate e noi stiamo ricominciando a odiare quella gente perché, per colpa loro, ci aumenta la bolletta del gas e della luce.
Finalmente Hollywood può tornare a portare sullo schermo dei cattivi veri, identificabili e odiosi. E finalmente tornano gli eroi, come il Bob McCall di The Equalizer – Il Vendicatore.