Si sa, la pubblicità è l’anima de li mortacc… del commercio. Ogni prodotto, ogni marca, ogni cosa immessa sul mercato viene pubblicizzata in tv, alla radio, al cinema, sui giornali, per strada, al telefono, nei videogiochi, in mail, ovunque. Manca solo che riescano a trasmetterci della pubblicità pure mentre dormiamo e poi potremmo avere delle interessantissime discussioni del tipo: “Oh, ma sai che stanotte ho sognato che l’adesivo per dentiere sta a metà prezzo?“… che non sarebbe male se poi ci si potesse fare qualche tipa delle pubblicità. Io firmerei per avere pubblicità di intimo femminile nei miei sogni tutte le notti.
Ma non è dei miei sogni e desideri che volevo parlare, bensì della pubblicità stessa.
Per farla bisogna studiare, diventare scienziati del “plagio per rottura di coglioni“. Sì, perché la pubblicità funziona così, continuano a propinarcela finché non penetra a fondo nel cervello e si instaura dentro come il verme nella mela, poi, mentre siamo al supermercato, persi tra i pannoloni per adulti e la crema per le emorroidi, ecco che vediamo un colore, un disegno, una boiata qualsiasi e TAC! ci torna in mente la fottuta canzoncina o lo sketch o il motivetto e HOP! ci viene una voglia irrefrenabile di comprare il Whiskey invecchiato 460 anni in botti di rovere, mentre i cowboy giocavano a tirarsi i tappi in faccia a vicenda.