Il Perfetto Cattivo for Dummies – Parte I

Esaurita la nostra cavalcata tra le Bestie da cinema è ora di catapultarci verso una nuova entusiasmante serie di post “istruttivi”.

Se c’è una cosa che centinaia e centinaia di film, telefilm, fumetti e videogiochi ci hanno insegnato è che fare l’eroe è una cosa pressoché impossibile. Tralasciando il fatto di avere super poteri, per il resto bisogna aver un fisico scattante e agile, riflessi sempre pronti, la capacità di sopportare centinaia di cazzotti in faccia, la battuta sprezzante e sarcastica da sfoderare nei momenti prima della morte, invece di mettersi a piangere come bambini. Senza sottovalutare la buona dose di culo che non guasta mai, soprattutto quando ci tocca saltare da un palazzo e cadere sul camion della monnezza pieno di sacchi morbidi che passa casualmente di lì…

Ma non è solo questo che abbiamo imparato… di riflesso ora sappiamo che fare il Cattivo è molto, ma molto più facile, basta seguire alcuni semplici accorgimenti ed evitare di fare un po’ di cagate classiche che ci rovineranno la giornata e manderanno all’aria i nostri diabolici piani…

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“Heavy Rain”, ‘sto gioco fa acqua da tutte le parti

Ultimamente ho notato che un sacco di gente nella mia lista amici del PSN ha ripreso in mano “Heavy Rain”, la sensazione nel vedere così tanti che ci giocano è un po’ quella di quando mangi le cipolle e ti si ripropongono quando digerisci.

Sì, perché Heavy Rain non l’ho digerito bene la prima volta che ci ho giocato… e nemmeno la seconda, giusto per prendere il platino e vedere tutti i finali…

Visto che il gioco è uscito un migliaio di “Anni Ludici” fà (un mese di vita per un gioco in single player, oggigiorno, vale come 10 anni per un uomo, se poi lo riportate da Gamestop ne vale 20 di anni) vado liscio con gli spoiler.
Quindi se non ci avete ancora giocato, se ci state giocando, se non volete sapere come finisce, leggete a vostro rischo e pericolo…

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Spider-Man al cinema, non è tutta cacca quella che puzza…

The Amazing Spider-Man

Mancano un paio di mesi all’uscita del nuovo “The Amazing Spider-Man“, il nuovo film Sony/Columbia diretto da Marc Webb con Andrew Garfiled, che non è il fratello del gatto doppiato da Fiorello, ed Emma Stone, che non è la figlia dei Rolling Stones…

Questo film è un reboot, dopo la trilogia di Sam Raimi, che sta spaccando in 2 il popolo Nerd e, soprattutto, i fans di Spider-Man. Non che la trilogia fosse passata liscia sotto la lente d’ingrandimento degli amanti dell’arrampicamuri.

Di seguito faccio un resoconto di quello che è capitato a Spider-Man al cinema, spezzando, tra le altre cose, una lancia a favore dell’odiatissimo Spider-Man 3 e alcune considerazioni sul nuovo film che mi tiene un po’ in bilico…
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I migliori Fan-Film di sempre – Parte IV

Pac Man The Movie

Anche questa settimana, come ogni sabato da un mesetto a questa parte, vi propongo i migliori fan-film scovati in rete.

Fino ad ora abbiamo parlato del Batman di Sandy Collora, del Robin di John Fiorella e del Lobo di Scott Lebercht.

Direi che è ora di staccarci dai fumetti per una volta e andare ad esplorare il mondo dei videogiochi portati sullo schermo del nostro pc dai fans più sfegatati.
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SCUMM Bar

Sarà la nuova, ennesima primavera che arriva, nonostante i diluvi autunnali che flagellano la mia odiata padania, però in questo periodo mi sento un po’ nostalgico. E allora voglio dedicare un post alle avventure grafiche dei meravigliosi anni ’80 e ’90 che avevano letteralmente rapito noi nerd della prima ora.

Per contestualizzare, si parla del periodo in cui George Lucas non si era ancora rincoglionito, in cui per apprezzare un gioco dovevi avere anche tanta fantasia, in cui la tecnologia informatica era ancora abbastanza agli albori, quindi era più “semplice” innovare e inventare e, a causa della limitatezza di grafica e sonoro, si puntava molto anche sulla trama e il gameplay. Continua a leggere

“Dexter” un riassunto, rosso sangue, totale-globale fino alla sesta, disastrosa, stagione

Credo che ormai anche i sassi sappiano chi è Dexter Morgan, in caso qualcuno non lo conoscesse faccio un piccolo riassunto delle scorse puntate.

Dexter è il Serial Killer dei Serial Killer. Grazie agli insegnamenti del padre poliziotto, che sa benissimo che certe cose non puoi fermarle, ma convogliarle sì, Dexter concentra la sua voglia di sangue verso assassini e criminali di vario tipo, in genere proprio serial killer, scampati alle fallaci maglie della polizia di Miami, città in cui vive.
Dexter di giorno è un riservato agente della scientifica, un ematologo per la precisione, di notte si concentra sulla selezione delle sue vittime. Deve essere sicuro che quelli che ammazza si siano effettivamente macchiati di qualche delitto prima di metterli sotto i ferri. Insomma un bel precisino della minkia con la passione per i coltelli e le seghe chirurgiche.

Il nostro Dexter è arrivato alla sesta stagione che ormai è finita negli U.S.A., è finita su Sky e anche chi lo segue per vie alternative ormai se l’è vista. Io l’ho recuperata settimana scorsa in una 3 giorni di full immersion, quindi ne parlerò oggi senza preoccuparmi troppo degli spoiler. Chi invece non ha ancora visto niente e volesse mantenersi le sorprese, è autorizzato a non leggere oltre, oggi è un po’ come l’ora di religione a scuola, siete esentati.

Per tutti gli altri si comincia.
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“The Avengers”, un film da: “Oh My God!!!”

Che Avengers fosse uno dei film più attesi di quest’anno lo avevamo già detto. Gli incassi che sta riscuotendo in giro per l’Europa lo confermano, la gente si sta fiondando al cinema più veloce della luce. Gli U.S.A. per una volta devono aspettare ancora, da loro uscirà il 4 Maggio.

Le critiche che si leggono in giro vanno dal film dimmerda brutto, al capolavoro, al miglior cinecomics di sempre. Viene da chiedersi quindi: ma ‘sto The Avengers, alla fine, com’è? Vale la pena? Soddisfa le altissime aspettative? Nel post ci sono spoiler?

Per ora rispondo solo all’ultima domanda: No.

Per le risposte alle altre continuate a leggere.
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I migliori Fan-Film di sempre – Parte III

Da un paio di settimane abbiamo cominciato un viaggio tra i fan-film distribuiti in rete, le prime 2 puntate potete trovarle qui e qui.
Un fan-film è, in genere, un cortometraggio di qualche minuto scritto, prodotto e diretto da semi o non professionisti del settore. Spesso per auto promuoversi mettendo in evidenza le proprie capacità. Tutti, però, sono accumunati da una cosa: sono fan del personaggio o dell’argomento protagonista del video.
La maggior parte di questi video sono delle vere chicche che non hanno niente da invidiare ai film veri e propri, se non il budget a sei zeri.

Spesso sono proprio spettacolari e fatti bene, altre volte sono solo “romantici”, nel senso che lasciano intravvedere la passione smisurata e l’impegno dell’autore, ma il risultato non è stupefacente.

E’ di questa seconda categoria che parlo oggi.
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Riviste di videogiochi: buone per la lettiera del gatto…

Una volta parlando con un’amica è venuto fuori che lei compra ancora un mensile di videogiochi in edicola. Niente di male, io sono cresciuto leggendo riviste sui videogiochi e non solo… però quelle dei videogiochi le nascondevo meglio che non volevo mia mamma avesse paura che diventassi un criminale crescendo… più che altro ora non voglio che le sue paure erano fondate.

Ma torniamo a noi.
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“Journey” il viaggio di una vita

Se c’è una cosa che adoro della PS3, o meglio della Sony Computer Entertainment, è che propone, più di ogni altra casa, cose originali, mai viste o anche già viste, ma totalmente nuove, rivoluzionate. Gioielli sperimentali come “Little Big Planet“, che a vederlo da lontano sembra un platform sui generis, poi a provarlo si apre un mondo fatto di inventiva personale e fantasia, la cui unica limitazione è la voglia che abbiano noi nell’imparare a costruire e che invece che subire il gioco contribuiamo a crearlo.

Così tra un esperimento e l’altro ogni tanto, raramente purtroppo, esce un gioco che si distacca totalmente dai “giochi” comuni. Dove “distacca” significa che non c’entra proprio niente con i soliti sparatutto per bimbiminkia assatanati. Che è così diverso che forse non è nemmeno un gioco e il viaggio che si deve intraprendere è più dentro di noi che dentro la console.

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