Approfittando delle offertissime natalizie del Playstation Network, ho stretto un patto con il Diavolo mi sono iscritto al PSN PLus per provarlo e scaricarmi qualche gioco gratis. Così ho avuto il piacere… ho avuto la fortuna… ho potuto provare la beta del multiplayer del nuovo attesissimo “God Of War Ascension” che uscirà a marzo.
5 attori che non sopporto, ma che piacciono un sacco a tutti
Tempo fa ho pubblicato un post sulle 5 attrici insopportabili, per me, ma che evidentemente piacciono a tutti.
Per par condicio mi tocca fare lo stesso post con gli attori, quelli che proprio non riesco a vedere sullo schermo, che se ci sono loro, il film non me lo vedo, potesse essere il capolavoro del decennio.
Django Unchained, il Tarantino scatenato
Non sto a ripetervi che sabato sono andato a vedere due film, che ormai mi sa che ho rotto la minkia con ‘sta storia.
Del primo, “Cloud Atlas“, ne ho parlato ieri.
Del secondo, “Django Unchained“, ne parlo ora, cercando il più possibile di evitare le parole: capolavoro, figata astrale, o almeno scrivendole poco.
Di “Django Unchained” mi ero limitato a vedere il trailer e leggere il meno possibile, che sui film di Tarantino se ne dicono un sacco di cazzate. Poi ieri pomeriggio, dopo averlo visto, sono andato a leggere un sacco di recensioni e ho scoperto che sui film di Tarantino di cazzate se ne dicono troppe.
Cloud Atlas con la prematurata come fosse Antani
Come forse saprete sabato sono andato per sette ore al cinema e mi sono sparato due film, il primo dei quali è “Cloud Atlas“, di cui parlo oggi, e il secondo è “Django Unchained“, di cui parlerò domani, quindi pazienza.
Di “Cloud Atlas” ho letto e visto molto poco prima di andarlo a vedere, in genere tento di andare al cinema con la mente abbastanza libera da preconcetti. Su Facebook però serpeggiavano i primi verdetti da: “È una cagata pazzesca!” a “Capolavoro assoluto!“, lasciandomi intendere che fosse un film che spacca il pubblico in due e non di facile interpretazione.
La verità, secondo me, sta un po’ nel mezzo, non è un film per tutti, ma non è difficile da capire, soprattutto una volta stabilito se ci sia qualcosa da capire effettivamente oppure no.
Occhio che nel post ho messo un piccolo Spoiler, è debitamente segnalato, non rovina il film, ma decidete se leggerlo o no, in caso non l’abbiate visto.
Quel maledetto sequel da cani
Rieccomi, dopo una settimana di assenza dovuta allo smaltimento E dell’influenza E della nausea causatami dai film che vi sto per illustrare.
Quest’oggi tratteremo l’ostico argomento dei sequel in più, quelli che teoricamente non sarebbero dovuti esistere, ma che per uno strano paradosso temporale, moltiplicato per il successo del primo film, addizionato al tintinnio sonante dei box-office e infine elevato al cubo, hanno visto la luce.
Ho visto queste ciofeche cinematografiche per voi (e poi non dite che non vi voglio bene), un po’ per farci umorismo e un po’ per mettervi in guardia, molto stile Non aprite quel DVD: gli imputati oggi sono S. Darko e The Mask 2. Il malore mi ha colto prima della visione del terzo film, spero mi possiate perdonare.
Il nerd e il cinema: amore finito?
Sul blog ci siamo sempre spesso lamentati del cinema contemporaneo e del vuoto pneumatico presente nella testa degli sceneggiatori.
Ormai per un nerd è diventato quasi inevitabile pensarlo, a parte rare eccezioni, quando esce dal cinema. Le cagate si sprecano.
Ci lamentiamo delle idee poco originali, delle sceneggiature senza senso, etc.
Eppure l’altra sera, riguardando “Un lupo mannaro americano a Londra“, mi sono reso conto che forse oltre alla scarsità di idee è cambiato anche il modo di raccontare le storie.
Come il film di John Landis, tanti classici del passato che amiamo propongono storie poco originali, già viste e sentite mille volte; a volte troviamo situazioni cariche di assurdità inspiegabili nella sceneggiatura, eppure ancora oggi ce li riguardiamo con piacere. Continua a leggere
Blockbuster è morto, HMV è in coma e anche la FNAC non si sente molto bene
Il post di oggi doveva avere tutt’altro argomento, poi ieri sera mi è capitato di leggere il post del blog di Selbmann sul possibile fallimento della famosa HMV, storica catena londinese di vendita di musica e video.
L’anno scorso, a marzo, ha chiuso definitivamente Blockbuster.
Da noi in Italia, la FNAC, altra catena di elettronica ed editoria di alto livello, è in mano ad un liquidatore e il suo futuro è molto incerto.
Il cinema, nel 2012, ha avuto un calo di incassi dell’8%, il numero di biglietti invece è sceso del 10%, la differenza è dovuta al maggior costo dei film in 3D.
Leggendo i giornali si punta il dito sulla pirateria per spiegare questa situazione. Secondo me non è proprio così.
N.R. consiglia: The Raid
Una delle mie passioni fin da piccolo sono stati i film d’azione. Mi piacevano di ogni genere. In realtà da piccolo mi piaceva tutto, anche se faceva oggettivamente schifo.
Mi piacevano i film dove si combatteva, magari con le arti marziali. Magari come i film con Bruce Lee, li vedevo, poi il giorno dopo andavo a scuola e, con i miei compagni delle elementari, giocavamo a rifare il film, che poi significava prenderci a calci e pugni forti, possibilmente in faccia, urlando: “Uatttaaaaaaaaaa!!!!“.
In genere vinceva sempre Gargiulo, che era il più alto e gorilloso della classe… e poi aveva sempre su le scarpe ortopediche, quelle in kevlar con l’anima in ghisa. Le usava anche quando giocavamo a pallone, riempiendo il reparto ortopedico del San Carlo con tutti noi…
Ma dicevo che mi piacciono i film d’azione pieni di botte. Sia quelli pieni di gente che fa arti marziali, sia quelli di sparatorie e inseguimenti.
Far Cry 3, ma sai che non è per niente male?
Così, dopo circa mezzo secolo, ritorno a parlare di videogiochi.
Vorrei parlarne più spesso, purtroppo però il lavoro e i vari impegni mi impediscono di giocare quanto vorrei a quello che vorrei.
Poi, ogni tanto, capitano le vacanze di Natale o estive e finalmente riesco a mettere mano al pad e dar libero sfogo alle mie pulsioni videoludiche.
And the Oscar goes to… aspetta un attimo, parliamone
Come sapete settimana scorsa sono uscite le candidature ai premi Oscar 2013, quelli che si danno ai film e agli attori del 2012.
Ovviamente se ne è parlato moltissimo, alcuni non erano d’accordo, altri, altri così così. Mancano nomi illustri, sia di registi che di film, qualcuno si è lamentato, altri hanno alzato il sopracciglio, qualcun altro ha battuto i piedi per terra e ha pianto. Insomma le solite scene tra vincitori annunciati, esclusi eccellenti e perdenti cronici.
Nessuno però si è chiesto se davvero gli Oscar valgano ancora qualcosa.