L’Amore Bugiardo – Gone Girl, bentornato Mr. Fincher

L'Amore Bugiardo - Gone Girl

Dopo le scorpacciate di questo pessimo Natale, forse il peggiore di sempre, sono andato al cinema a vedere uno dei film più cattivi usciti nel periodo più buonista: L’Amore Bugiardo – Gone Girl.

Ne avevo letto molto bene dalla critica prima che uscisse ed ero davvero curioso di vederlo, anche perché a me David Fincher piace un sacco, togliendo lo scivolone de Il Curioso Caso Di Benjamin Button. Il problema e, allo stesso tempo, la miglior qualità di Fincher è che fa un film ogni due, quattro anni, quando io vorrei un suo film ogni sei mesi.

Il problema, con L’Amore Bugiardo – Gone Girl, invece, è che è difficile parlarne senza accennare a nessun colpo di scena e senza fare spoiler.

Ce la metto tutta per evitare di accennare anche a un frammento del film. Giuro.

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Lo Hobbit – La Battaglia Delle Cinque Armate finalmente è finita…

Lo Hobbit - La Battaglia Delle Cinque Armate

Ormai non è Natale se al cinema non esce un film di Peter Jackson tratto da un paragrafo di un libro di Tolkien.

Solo che quest’anno è l’ultima volta. È dal 2001 che ci tiene compagnia e ora è finalmente uscito Lo Hobbit – La Battaglia Delle Cinque Armate che dovrebbe chiudere il ciclo.

Ieri sono andato a vederlo, pieno di caffé e Redbull perché avevo sentito commenti non troppo lusinghieri sul film. Però, a parte il solito dietro che commentava e a cui avrei voluto alzarci le mani in faccia, non è andata male come pensavo… tranne che, dopo appena mezz’ora, ho sentito un impellente bisogno di andare in bagno e me la sono dovuta tenere per altre due ore, arrivando ai titoli di coda con le lacrime.

Ho una vescica piccolissima!

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I Pinguini Di Madagascar e l’occasione sprecata

I Pinguini Di Madagascar

Questo week end c’era l’imbarazzo della scelta per decidere cosa andare a vedere al cinema.

L’offerta era davvero allettante: un cinepanettone, una cineputtanata, un cartone, un sequel di un film comico di vent’anni fa e un cartone.

Sabato sera ero a casa mia, seduto in poltrona davanti al camino. Avevo le pantofole, la vestaglia, la pipa, circondato dalle teste di animali impagliati che ho cacciato, e sorseggiavo del brandy leggendo un libro sulla caccia alle foche da pelliccia, quando arriva una telefonata e un’amica mi invita al cinema per vedere il cartone animato.

Non me lo faccio ripetere due volte: I Pinguini Di Madagascar non mi interessa, ma la mia amica è sempre un bel vedere.

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Magic In The Moonlight la maggia dell’ammore

Magic In The Moonlight

Dopo il lungo week end di festa, eccomi di nuovo sul blog, questa volta per parlare di Magic In The Moonlight, l’ultimo film, per quest’anno, di Woody Allen.

Siamo andati a vederlo domenica. A un UCI. Mezz’ora di pubblicità e finalmente partono i titoli di testa. In quel mentre si apre una porta e quattro Bestie da cinema bionde e attempate irrompono in sala rompendo le palle a tutti.

Sono riuscite a:

– Parlare

– Bruciare le retine di alcuni spettatori con il flash dei loro cellulari, senza per altro riuscire a leggere i posti sul biglietto

– Uscire dalla sala per capire se erano in quella giusta e controllare dove dovevano andare. L’avessero chiesto a me avrei risposto volentieri: “Affancu…”

– Rientrare in sala chiocciando come stessero deponendo le uova

– Essere insultate da mezza platea. Me compreso. Anzi, non mi sono fatto pregare

– Una ha attraversato una fila fermandosi in mezzo allo schermo

Prima di sedersi.

Non so, dicono che sono intollerante, ma io le avrei legate ai cavalli e le avrei trascinate per la piazza antistante al cinema.

Finalmente, appena le quattro bionde hanno trovate la pace, siamo riusciti a goderci il film.

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Nymph()maniac il testamento di Lars Von Trier

Nymphomaniac

Oggi un post diverso dal solito.

Prima di tutto perché non l’ho scritto io. È uno scritto che mi hanno mandato dopo una lunga conversazione su Lars Von Trier e i suoi film. O meglio, dopo un discorso su Antichrist e Nymphomaniac, visto che sono legati da un filo conduttore, nemmeno poi così sottile.

Entrambi li ho visti di recente e, dall’alto della mia ignoranza e del mio essere uomo, non avevo capito fino in fondo. O meglio, avevo capito alcune cose, ma non avevo proprio pensato a ribaltare il mio punto di vista, pensando di guardarli con gli occhi dell’altro sesso.

La cosa che più mi ha sconvolto e che mi ha fatto capire di non aver colto proprio tutto quello che Von Trier voleva dire, è che l’autore del post continuava a ripetermi: “Nymphomaniac è il testamento di Von Trier, vedrai che è l’ultimo film.

La mia risposta era: “Ma piantala, continuerà ad ammorbarci per anni e anni…

Ecco, è di questi giorni la notizia che Von Trier avrebbe deciso di ritirarsi in quanto avrebbe deciso di disintossicarsi e, secondo lui, ex alcoolisti ed ex drogati producono solo merda.

Quindi, anche se all’inizio avevo deciso di non pubblicare questo post per tutta una serie di ragioni, ora mi sento quasi obbligato a farlo perché, effettivamente, non ero andato molto oltre la superficie dei film.

Non sono d’accordo con tutto quello che leggerete di seguito, ma per la maggior parte sì.

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Hunger Games: Il Canto Della Rivolta a questo film

Hunger Games - Il Canto Della Rivolta - Pate I

Ho ammesso di avere poco tempo per fare le cose che mi piacciono, compreso andare al cinema. Però un po’ di spazio me lo ritaglio lo stesso.

Solo che novembre è un periodo un po’ morto perché è a ridosso del Natale, periodo in cui le famiglie fanno guadagnare i film, ma non è ancora ora di festività. Quel profumo di allegro consumismo non si sente ancora nell’aria, quindi questo mese escono i così detti scartini.

Film che, al ritorno delle vacanze e sotto Natale, verrebbero schiacciati da ben altre produzioni e che trovano collocazione proprio a novembre. Il mio dilemma di questo week end era: andare a vedere Doraemon, oppure Hunger Games: Il Canto Della Rivolta – Parte I, che poi è il film che incasserà di più nel mese.

La scelta era di trovarsi in sala con una masnada di bambini urlanti o con una masnada di ragazzine selvagge. Ho scelto le ragazzine, non pensate male, perché almeno non mi viene voglia di menare i genitori che non sanno tenere a bada i marmocchi che si portano appresso.

Col senno di poi, forse era meglio cercare di sopportare i bambini.

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Frank, la musica, l’arte, la follia, i social network e il testone di cartapesta

Frank

Finalmente ieri sera, dopo un paio di settimane pesanti a più livelli, ho mandato tutto a quel paese e mi sono concesso una bella serata fuori con un’amica.

Siamo andati a vedere Frank, quel film strano con l’uomo col testone di cartapesta.

Frank è effettivamente un film strano che, in un’ora e mezza, riesce a parlare compiutamente di un sacco di cose, senza perdersi in spiegoni da stracciamaroni e senza pretendere di fare la lezioncina a tutti quanti, ma lascia che chi vuole capire, capisca.

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Clown, fanno più paura quelli veri

Clown

Sabato, non avendo voglia di stare a casa, sono andato al cinema.

Visto il meraviglioso tempo di Milano, anche il resto della popolazione ha deciso di fare come me e il cinema era un carnaio di bambini, genitori, ragazzetti, corpi contorti e cassieri incapaci di gestire la situazione. Tanto ormai il cinema è un ombrello.

Nel marasma più totale ho scelto Clown, un po’ perché mi sembra in linea con il blog, un po’ perché avevo voglia di horror.

Ecco, il film è così bello, che mi è venuta voglia di scrivere una lettera al regista e al produttore.

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My Old Lady quando un film è carino e non sai che cosa scrivere…

My Old Lady

Come avevo già detto l’altro giorno, questa settimana sono andato a vedere due anteprime.

Due film che non sono proprio il mio genere, o quello che tratto qui di solito, poi settimana prossima torno in carreggiata, non preoccupatevi.

Il film di oggi è My Old Lady, una commedia teatrale trasposta in film dal suo stesso autore, Israel Horovitz.

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Wrods And Pictures e la metafora del cervello

Words And Pictures

Settimana scorsa sono stato contattato, su un social, da un sito che mi ha chiesto un favore. Andare a vedere due anteprime questa settimana e di scrivere due parole sui film.

Ho accettato con piacere. Peccato che i film non siano granché.

Il primo l’ho visto ieri sera, rigorosamente in inglese, in una sala gremita di critici: Words And Pictures.

Prima della proiezione, un noto critico del Corriere e di Vivimilano, ha fatto una lunga introduzione spoilerando in pratica tutto il film, tranne il finale che comunque è prevedibile, perché, ovviamente, non si può criticare un film senza entrare nei particolari della trama. Un po’ come Anna Praderio che parla dei film cominciando dal finale. Meglio se c’è un colpo di scena.

Comunque, tornato a casa, ho scritto le mie opinioni sul film e le ho inviate. Ho avuto anche il permesso di poterle pubblicare qui.

A me ha fotto molto ridere scriverle, spero che voi abbiate piacere di leggerle.

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