Oggi, al Nuovo Cinema Amarcord, era in programma un altro film, ma poi in settimana in Tv hanno fatto questo pezzo da 90 e quindi oggi: Ritorno Al Futuro.
Ho sentito il boato del Club Nostalgici fino a qui, quindi la faccio corta: entrate senza calpestare la maschera, mettetevi comodi, accendete i tempocircuiti, assicuratevi che il Flusso Canalizzatore stia flussando e tenetevi forte che il film comincia.
L’idea di Ritorno Al Futuro venne a Bob Gale all’inizio degli anni ’80, quando a casa dei suoi genitori gli capitò in mano un vecchio album scolastico di suo padre. Gale pensò quanto sarebbe potuto essere divertente incontrare i propri genitori da ragazzi e vedere cosa effettivamente facessero da giovani.
Da questa idea nacque una prima bozza della sceneggiatura di Ritorno Al Futuro.
Bob Gale e Robert Zemeckis, che avevano già lavorato ad altri film insieme, cominciarono a bussare alle porte dei vari studios, ma nessuno era interessato a quella commedia per ragazzi simpatica, ma troppo pudica. In quel periodo i ragazzi affollavano i cinema dove davano film come Porky’s – Questi Pazzi Pazzi Porcelloni! (poi venitemi a parlare di quanto sia bello e originale American Pie) e nessuno era interessato ad un film senza tette.
La cosa paradossale fu che la Disney trovò che il film un po’ troppo spinto per i loro standard, in quanto c’era una storia d’amore tra una madre e suo figlio.
Gale e Zemeckis girarono per ben quattro anni, rimaneggiando più volte la sceneggiatura, prima che la Sacra Trinità dei Milioni di Dollari, Steven Spielberg, Kathleen Kennedy e Frank Marshall, decisero a produrre il film convincendo la Universal.
Fu soprattutto Spielberg, che in quel periodo stava cambiando il modo di intendere il cinema fantastico, a crederci e corresse anche la sceneggiatura, cambiando alcuni particolari che poi sono entrati nel mito.
Tipo all’inizio la macchina del tempo doveva essere un frigorifero mosso da un’esplosione nucleare e invece Spielberg suggerì di utilizzare un’automobile vera, così ai ragazzini non sarebbe la voglia di chiudersi dentro i frigoriferi per emulare il film.
Poi con l’andare degli anni Spielberg si rincoglionì e sfruttò l’idea del frigorifero a propulsione nucleare per uccidere definitivamente Indiana Jones.
Tornando a Ritorno al Futuro, Spielberg voleva da subito Michael J. Fox per il ruolo di Marty McFly.
Nel periodo della preproduzione, Michael J. Fox stava avendo un grande successo con il telefilm Casa Keaton e contemporaneamente stava girando Voglia Di Vincere e non era disponibile. Fox venne a sapere che per il ruolo di Marty era già stato ingaggiato Eric Stoltz e si mise il cuore in pace.
Dopo ben sei settimane di riprese tornarono sui loro passi, Stoltz venne lasciato a casa perché non riusciva ad esprimere l’ironia necessaria al personaggio di Marty. I produttori del film ritornarono alla carica e finalmente raggiunsero un accordo con Michael J. Fox che cominciò a lavorare di notte a Ritorno Al Futuro e di giorno a Casa Keaton.
Alcune scene con Stoltz però sono ancora nel film, come ad esempio quella in cui Marty si tuffa in macchina per sfuggire ai libici è in realtà Stoltz e non Fox.
Come macchina venne scelta la DeLorean DMC-2 per il suo look futuristico che ne avrebbe aumentato la credibilità.
Ci furono altri cambiamenti nel film, ad esempio Einstein sarebbe dovuto essere una scimmia invece che un cane. Lorainne Baines, Lea Thompson, si sarebbe dovuta chiamare Eileen, ma per far contento il capo della Universal, Sid Sheinberg, la chiamarono come sua moglie.
Emmett Brown, Christopher Lloyd, passò da Prefessor a Doctor.
Ritorno Al Futuro ha un rapporto morboso con il numero 121 e nessuno sa perché.
La potenza necessaria a far viaggiare la DeLorean nel tempo è 1,21 Gigowatt. Einstein parte all’1:20 del mattino e arriva ll’1:21.
Marty va da suo padre Geroge McFly, Crispin Glover, travestito da alieno all’1:21 del mattino per convincerlo a chiedere a Lorraine di uscire.
Tra l’altro in quella scena Marty dice: “Silenzio, terrestre! Il mio nome è Darth Vader. Sono un extraterrestre e vengo dal pianeta Vulcano!” respirando come Darth Vader e facendo il saluto vulcaniano alla fine, citando praticamente Star Wars e Star Trek in un’unica frase. Peccato che a quel tempo in Italia lo conoscevamo con il nome di Lord Fener.
Rimanendo in tema di citazioni, Zemeckis omaggia in modo plateale la famosa scena dell’uomo appeso all’orologio di Preferisco L’Ascensore!, commedia del 1923 con Harold Lloyd, in due occasioni. La prima è quando inquadra gli orologi a casa di Doc: ce n’è uno che ripropone quella scena.
La seconda è alla fine del film, ovviamente, quando Doc rimane appeso all’Orologio della Torre tentando di sistemare il cavo elettrico.
Sempre all’inizio del film c’è anche un omaggio a Stanley Kubrick: quando Marty gira le manopole del mega amplificatore, si vede un etichetta che reca la scritta CRM 114 sigla molto cara al maestro che, infatti, l’ha inserita in vari film.
La fattoria del vecchio Peabody, contro cui Marty si schianta arrivando nel 1955, prende il nome dal cartone educativo Mr. Peabody, in cui un cane scienziato viaggia nel tempo insieme ad un ragazzino che ha adottato di nome Sherman. Quest’anno uscirà un cartone in CGI ispirato a quella serie.
Altre piccole curiosità che rientrano nei “casi della vita” sono che, la strada dove Marty viene investito da suo nonno, è la stessa Bushnell Avenue, South Pasadena (CA) dove passeggia Scott/Marty Howard in Voglia Di Vincere, ma tutta questa storia del legame tra i due film l’avevo già raccontata nel post su Voglia Di Vincere.
Anche la piazza del municipio di Hill Valley era già stata usata l’anno prima per la Kingstone Falls di Gremlins, sempre prodotto da Spielberg. Quel set però è stato sfortunato: era un’attrazione degli Universal Studios ed è andato a fuoco nel 2008 durante un incendio accidentale che ha distrutto vari set.
Tra i vari cameo, è impossibile non citare Bob Gale che guida la prima macchina a cui Marty si attacca per andare a scuola e Huey Lewis, autore dei brani Power Of Love e Back In Time per il film, che è il professore che respinge Marty all’audizione per il concerto a scuola perché “troppo rumosi”. Il brano che stavano facendo era proprio Power Of Love.
Ritorno Al Futuro uscì nel 1985 e, a fronte di una spesa complessiva di soli 19 milioni di dollari, ha incassato in tutto 197 milioni in quell’anno, decuplicando gli investimenti.
Il successo parzialmente inaspettato spinse la Universal a mettere in cantiere due sequel, girati in contemporanea, non preventivati. Infatti Zemeckis, l’avesse saputo, non avrebbe fatto salire Jennifer Parker, Claudia Wells, sulla DeLorean insieme a Marty e a Doc. Anche la scritta che appare alla fine: To Be Continued… nella versione originale del film non c’era, è stata inserita solo nelle versioni home video uscito dopo l’annuncio dei sequel.
Io lo vidi, insieme alla solita gang con cui vidi anche Ghostbusters, nel solito cinema dell’oratorio di terza visione.
Rimasi estasiato, Marty McFly, e di riflesso Michael J. Fox, divenne il mio modello di adolescente. Avevo deciso di voler essere come lui!
Fu anche la causa della mia passione per lo skateboard… passione defunta subito dopo le prime cadute e dopo che provai a prenderlo al volo, dandogli il pestone dietro, come faceva Marty, ma con l’unica conseguenza di prendermi delle gran botte sulle balle. Diedi l’addio allo skateboard prima di provare ad appendermi alle macchine per andare in giro. Per fortuna.
Ritorno Al Futuro mi piacque così tanto che Biff Tannen, Thomas F. Wilson, è uno dei miei cattivi preferiti.
La versione italiana del film, quindi il doppiaggio, riserva qualche aneddoto divertente.
La scena dove Marty entra nel locale del 1955 in italiano ha un gioco di parole diverso da quello originale. Prima Marty chiede una Fanta e il barista gli risponde: “Fante che? Vuoi della fantascienza da bere?“, allora chiede una Pepsi Senza e il barista gli risponde: “Senza che? Se vuoi dire senza pagare, hai sbagliato porta!“.
In originale Marty chiede una TaB, bevanda uscita solo nel 1963, ma tab in inglese significa anche conto e il barista gli dice che prima di pagare deve ordinare da bere. Allora Marty gli chiede una Pepsi Free, ossia senza caffeina uscita nel 1982, solo che free significa anche gratis e il barista gli dice che non si fa credito.
La scena i cui Lorraine pensa si chiami Levi Strauss in originale invece pensava si chiamasse Calvin Klein, come la marca delle mutande, ma in Italia, e in Europa, ancora nel 1985 non la conosceva nessuno, quindi si è andati su una marca, come la Levi’s, ben più nota. Peccato che la Levi’s produceva indumenti fin dal 1853 e nel 1955 in America era diffusissima.
In ogni lingua in cui è stato tradotto sono stati presi degli accordi economici con le varie ditte citate… io no, lo faccio gratis.
In Ritorno Al Futuro Doc non dice mai Grande Giove!, ma il suo Great Scott! originale è tradotto come Bontà Divina!. Grande Giove! viene pronunciato solo dal secondo film.
Come per quasi tutti i film proiettati al Nuovo Cinema Amarcord, anche Ritorno Al Futuro ha quella chimica inspiegabile che lo ha fatto eleggere a film di culto.
I fattori del suo successo sono tanti. C’è il rapporto tra Marty e Doc che funziona a meraviglia sullo schermo e i due sembrano davvero grandi amici da molto tempo. Michael J. Fox e Christopher Lloyd hanno una presenza scenica incredibilmente affascinante. Con Michael è impossibile non immedesimarsi, visto il suo carisma e la sua innata simpatia, il secondo invece è lo scienziato dell’immaginario collettivo fatto uomo. Probabilmente con altri attori non sarebbe stato la stessa cosa. Con buona pace di Stoltz.
Una colonna sonora fantastica in cui spicca il tema principale del film, di Alan Silvestri, che, come altri temi di film culto, è diventato parte integrante dell’immaginario collettivo. Quando si sentono quelle note è impossibile non pensare a Ritorno Al Futuro.
Zemeckis riesce a dare un ritmo incredibile a tutto il film, ogni scena si incastra nell’altra in modo naturale fluido, alternando in modo incredibile e calibrato azione, commedia e fantascienza.
Tutta la parte finale della partenza di Marty, poi, è da cardiopalma, un capolavoro di montaggio e regia. Ancora adesso a distanza di 30 anni riesce a mettermi ansia e quando Marty incrocia il fulmine sul cavo ancora esulto… dentro di me se sono in pubblico.
Soprattutto il film ha una forte coerenza interna, nonostante i numerosi errori sui paradossi temporali.
Ad esempio la storia della fotografia che si cancella piano piano. In teoria quando Marty evita che suo padre venga investito, impedisce, di fatto, che i suoi genitori si incontrino e quindi dovrebbe sparire all’istante. Invece nel film il corso del tempo cambia in modo progressivo, come se fosse un onda, e ci impiegasse un po’ a cambiare il corso degli eventi.
Questo movimento ad onda del tempo si ritrova anche nei due sequel.
Un altro errore è che alla fine del film i Marty che tornano nel 1985 dovrebbero essere 2, con un incidente tra le DeLorean.
Se il Marty originale torna 10 minuti prima e vede se stesso partire, il secondo Marty, quello che parte, dovrebbe arrivare anche lui 10 minuti prima e quindi dovrebbero tornare contemporaneamente nel 1985. Nel finale dovrebbero esserci 3 Marty: due che arrivano e uno che parte.
Ma ho il sospetto che forse anche il terzo arriverebbe contemporaneamente creando un loop infinito… non lo so, mi sono incartato il cervello da solo, se qualcuno ha una soluzione la scriva nei commenti.
Però ci sono anche delle piccole chicche, come ad esempio il centro commerciale Twin Pines Mall che diventa, alla fine del film, il Lone Pine Mall perché, fuggendo dalla fattoria di Peabody, Marty abbatte uno dei due pini.
Il film, tra le altre cose, risente dell’effetto dei problemi di politica estera degli Stati Uniti in quegli anni. I nemici sono libici che avrebbero voluto fare un attentato con una bomba al plutonio. È ovviamente tutto un escamotage per giustificare il plutonio e la partenza di Marty.
Alla fine del film, dopo che Marty parte con al DeLorean, si vede che si schiantano contro un gabbiotto e saltano in aria senza che nessuno faccia una piega, anzi. Poveri libici.
Però anche qui c’è un dubbio: se Doc alla fine cede e legge la lettera che Marty gli lascia, perché si organizza solo con un giubbotto antiproiettile e non fa niente per difendersi o tutelarsi?
Forse perché sapeva che se lui non fosse morto Marty non sarebbe mai andato nel passato e ci sarebbero stati 2 Marty in giro nel 1985.
Altra domanda che mi sono sempre fatto, ma i genitori di Marty come fanno a non riconoscere il figlio visto che li ha fatti incontrare lui?
Sicuramente si ricordano perché lo chiamano proprio Marty.
Comunque una cosa è certa: a Marty McFly dobbiamo un sacco di cose come l’invenzione dello skateboard, la scrittura di Johnny B. Goode e l’invenzione del Rock And Roll.
Non so a voi, ma a me è piaciuto un sacco parlare di questo film, poi arriveranno anche i due sequel al Nuovo Cinema Amarcord.
Su, forza, quali sono le vostre scene preferite? Le citazioni? I ricordi che avete di questo film?
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
“Poi con l’andare degli anni Spielberg si rincoglionì e sfruttò l’idea del frigorifero a propulsione nucleare per uccidere definitivamente Indiana Jones.”
già qui ero piegato. film (e trilogia) imperdibile. inutile dilungarmi su quanto sia simpatico ed interessante anche il resto del post, più che altro è l’occasione per un saluto veloce (del tipo “sono vivo, vi seguo!”).
thanks e continua così!
Ciao GreyWolf, quanto tempo!
Son contento ti sia piaciuto il post. Sono cose che ormai si sanno, ma per completezza mi andava di ridirle. :D
Comunque, se vuoi un consiglio, il 3 febbraio torna a commentare che c’è una sorpresa :D
Beh io come al solito nn ne sapevo praticamente nessuno di questi anneddoti…
Impagabile….nono :D bisognerebbe proprio pagarti MrChreddy!
Se volete pagarmi io son disponibile eh XD
Questo film l’ho visto una milionata di volte.
Ogni volta non riesco a non vederlo.
Un tempo, io e un mio amico di vecchissima data
che oggi è
(lampo)
(rumore di tuono)
sposato
lo vedevamo in continuazione, ci ragionavamo sopra
anticipavamo le battute
le ripetevamo alla nausea;
tutte cose per le quali oggi mi strozzerei da solo,
ma all’epoca ero un bambino
(quando si dice partire col piede sbagliato…).
Veniamo ai paradossi.
La storia della foto io l’ho risolta così:
C’è una catena di eventi.
Guardone-investimento-infatuazione-cerimoniale ritmico-fidanzamento-matrimonio-primo figlio-secondo figlio-terzo figlio.
Marty ha interrotto questa catena al secondo anello
facendosi investire lui.
Tecnicamente dovrebbe sparire tutto quello che viene dal terzo anello in poi
ma…
non hai considerato il “punto di non ritorno”.
Ossia la catena non è stata ancora del tutto cancellata
ha preso solo una direzione alternativa
(alternativa per me… per te… e per aaainstaaain
no, scusa, m’è partita la tangente)
ma la strada “principale” non è ancora stata cancellata
è solo in forte dubbio, perché gli eventi
hanno preso una strada alternativa
(per me, per te e per aaainst….
ebbbasta!!!)
e quindi gli eventi si stanno cronologicamente
e progressivamente cancellando
man mano che ci si allontana dalla strada principale
ma spariranno del tutto solo quando
si passerà il punto di non ritorno
e Lorraine e George non potranno più innamorarsi.
Vabbè, probabilmente è una stron…fesseria
ma tu pigliala per buona
ché non è che ti svegli una mattina nel 2014
e metti in dubbio Ritorno al Futuro, così,
come se niente fosse.
Sia mai che mi spariscano i DVD dei film
(progressivamente, prima il primo
poi il secondo
eppoi il terzo).
P.S. C’erano cose che non sapevano
quindi,
10 al Mister in ritornoalfuturologia.
Ma 4 in fantozzologia
“Serbelloni MAZZANTI Vien Dal Mare”
non Cavalcanti
La teoria della catena è uguale alla mia teoria dell’onda, detta in modo diverso :D
Hai ragione, era Mazzanti, mi pento, mi dolgo e correggo! :P
Mi hai fatto andare in pappa il cervello con la storia dei due Marty che tornano nel futuro, che dovrebbero essere tre, che dovrebbero essere infiniti, che poi è uno solo… Mi sono persa, giuro.
Cmq era uno dei miei film preferiti! Molte cose le devo a mio fratello che essendo più grande di me di parecchi anni, aveva in casa le vhs di tutti questi film cult-amarcord che ancora adesso adoro!
Vorrei aggiungere una cosa che non so se è una citazione vera e propria o solo un caso (ma non credo). Nel film “No Strings Attached” con Ashton Kutcher e Natalie Portman, il padre di Ashton Kutcher, interpretato da Kevin Kline, ha il ruolo di un attore che è diventato famoso per una sit com dal titolo “Great Scott!” e tutti i fan che incontra lo salutano esclamando proprio “Great Scott”.
Coincidenza? :D
Ciao Cris, come sta andando lassù? :D
Scusa, non volevo spappolarti il cervello con i vari Marty… XD
Credo che sia una citazione voluta. Ritorno Al Futuro, in un modo o nell’altro, l’hanno citato praticamente ovunque ;)
Quassù tutto procede… più o meno! Sono ancora alla ricerca di un lavoro, ma sono qui da una settimana, ci può stare, no?
Sono finita a vivere in una specie di “Comune”… i miei coinquilini diciamo che si danno parecchio da fare. Non ti dico che situazione imbarazzante! Ahahahahah!
Appena troverò un lavoro, e quindi una paga, mi potrò permettere anche qualche uscita cinemesca, che ho già trovato un bel cinemino in centro che fa pagare 4£ al martedì!
Voglio assolutamente vedere Wolf of Wall Street, ma mi sa che come con American Hustle dovrò vederlo seguendo altri “canali”…. :)
Ah, ma sei proprio andata allo sbaraglio, avevo capito che avevi già “agganci”. Massimo rispetto per te… soprattutto sono convinto che più che imbarazzata sei divertita.
Comunque ho un biglietto in più per Wolf Of Wall Street domenica, se interessa XD
È capitato anche a me di vederlo per caso domenica sera ed è stato come tornare bambino XD Tra l’altro son rimasto sorpreso: ero sicuro ci fosse un “Grande Giove” anche nel primo
Comunque non ho capito la tua perplessità sul loop di Marty sul finale. A me non pare sia un errore, il Marty che parte alla fine è lo stesso che arriva 10 minuti prima (tranne per il background) quindi esistono per 10 minuti due marty, Ma non si viene a creare alcun loop.
Ciao Time Traveller, ennò, non dice Grande Giove, ma Bontà Divina nel primo. ;)
La mia perplessità sui vari Marty nel finale era per stimolare un “dibattito” non per denigrare il film, sia mai. Alla fine la bellezza di questi film è anche i ragionamenti che ci possono essere dietro, secondo me :D
Grazie per aver commentato ;)
No, ma infatti, non ho certo pensato fosse per denigrare, è che il discorso sui viaggi temporali m’intrippa moltissimo :)
Se pensi che è la prima volta che commento l’invito al confronto ha funzionato benissimo :)
Volevo fare una serie di articoli sui viaggi nel tempo… ovviamente nel mio stile, però non ho ancora trovato l’idea giusta per renderli al meglio :P
Vabbè,
si sa che i film che trattano i viaggi nel tempo
generano paradossi.
Del resto, basta applicare il famoso
“paradosso del nonno”.
Un tipo torna indietro nel tempo
e uccide suo nonno prima che conosca sua nonna.
Lui non nascerà.
Ma se non nasce non torna indietro nel tempo
e se non torna indietro nel tempo
non uccide il nonno
e quindi lui nascerà.
Ma se nasce torna indietro nel tempo
e se torna indietro nel tempo
e uccide il nonno
e quindi lui non nascerà
Ma se non nasce non torna indietro nel tempo
e se non torna indietro nel tempo
non uccide il nonno
e quindi lui nascerà.
Ma se nasce torna indietro nel tempo
e se torna indietro nel tempo
e uccide il nonno
e quindi lui non nascerà.
Ma se non nasce non torna indietro nel tempo
e se non torna indietro nel tempo
non uccide il nonno
e quindi lui nascerà.
Ma se nasce torna indietro nel tempo
e se torna indietro nel tempo
e uccide il nonno
e quindi lui non nascerà
Fermatemi…
Ahahahahahah… io sarei andato avanti un altro po’ XD
Sempre un piacere ricavare informazioni per cinefili di questa portata. Sembrano forse cose da poco, ma insieme ad altre coordinate, fanno sì che si possa aumentare ben bene una capacità critica che va oltre la prima lettura di un film, ma anche la seconda ;)
Ritorno al Futuro non mi ha accalappiato come ha accalappiato molti di voi, e non lo dico certo in tono negativo, anzi; però a differenza di un Gosthbuster, col cavolo che mi ha lasciato indifferente: – è stato compagno di molte serate e trasmette una bellissima e giocosa voglia di apprezzare il cinema con magia e divertimento genuino insieme.
Rivedendolo l’altra sera, così come l’ha visto Chreddy, l’ho potuto valutare con una consapevolezza maggiore ovviamente; quella volta mi innamoravo come nelle favole e dovevo scegliere come tenere i capelli; adesso sogno di amori che non verranno, e i capelli non ci sono più e quei pochi che hanno avuto il coraggio di starmi attaccati, sono bianchi….
…. così sono riuscito a cogliere bene proprio quei meccanismi con si costruisce una sceneggiatura che sa coinvolgere e incuriosire in maniera calibrata il pubblico, di sequenza in sequenza. Mi ha infastidito soltanto la storia dei terroristi, veramente squallida. Per il resto, il piglio frizzante dello Script e la caratterizzazione briosa di FOX .. sono veramente uno splendore. Fox, e non solo in questo film (Chreddy, ricordi la mia richiesta?) … è veramente un portento, probabilmente un attore sottovalutato. Ma questo, tristemente, è sempre accaduto con quegli interpreti che sanno gestire i tempi bastardissimi e difficili delle “commedie”; che è una cosa che devi avere il dono, altro che cazzi.
Sì, Michael J. Fox era davvero bravo in questi ruoli e il tuo film preferito con lui me lo ricordo, poi ne parlerò del Segreto Del Mio Successo :D
Ora mi sto guardando The Michael J. Fox Show, una sit com con lui come protagonista e… è un dispiacere vederlo così, però “lo stile” non l’ha perso :)
Grande Giove! :)
Pesante!
Eeeee…. E’ tutto bello quel film come si fa a scegliere? ^__^
Ah, da non crederci, il Times ha redatto la lista delle 10 auto peggiori della storia e ha piazzato la DeLorean 1981 nell’elenco al decimo posto!!!!! BUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!
Ciao BiP, tutto a posto? Hai avuto problemi durante l’apocalisse metereologica di settimana scorsa in Liguria? :D
Comunque c’ha ragione il Times, la DeLorean faceva schifo come auto, era solo tamarramente bella. Nel film per farla andare le avevano montato su un motore della Porche… fai te :D
Grazie dell’interessamento. Da me fortunatamente pochi casini.
Qua dove stò i disagi sono stati limitati alle attese interminabili dei treni soppressi o in ritardo… Più problematico del solito ma insomma…
Vabbè ma dai la DeLorean con quelle belle portiere ad apertura a rialzo che se non stavi attento decollava era super particolare. ^__^
Ah, meno male, dai tiggì sembravate tutti a rischi di vita e, ora come ora, non posso permettermi di perdere un utente XD
Scherzo :P
Che impressione il treno capottato… chissà che caga. Non tu, i passeggeri.
La DeLorean era fantastica esteticamente e le portiere ad ala di gabbiano, ai tempi, era la roba più fantascientifica che l’uomo avesse potuto concepire. :D
Tra l’altro in quella usata nel film c’era una portiera difettosa e MJ Fox aveva problemi a uscire senza sbatterci il cranio. Se ci fai caso si vede anche nel film XD
Comunque come macchina in sé valeva poco per il prezzo che aveva, infatti poi il signore DeLorean è fallito :)
^__^ Siamo stati fortunati qui a Zena.
In effetti verso est e verso ovest è parecchio problematico. Credo proprio che quel treno sia ancora lì in attesa di essere disincagliato, c’è mancato davvero davvero davvero molto poco.
Povero MJ Fox, pure le craniate, e pure povero Signor Delorean.
Quel treno rimarrà lì in eterno a imperitura memoria di questo inverno… :D
Maaaa, scusa la domanda, che son curioso come le scimmie, che vuol dire il tuo nick? Sempre se puoi dirmelo, ovviamente :)
Eeehhh… ^__^ Più che altro è il “segnale” usato per coprire le parolacce in tv, (bip appunto).
Ah, ok, ci avevo pensato, ma mi stavo scervellando a pensare ad una soluzione più articolata… la I minuscola mi aveva tratto in inganno :P
L’uso delle masciuscole e minuscole è per (eventualmente) distinguermi, non credo di essere la sola e unica bip in giro.;-P
Naaaa, non c’è bisogno di maiuscole e minuscole, sei già la sola in giro… o almeno qui :D
Beh, il doppiaggio GigOwatt ha fatto epoca, io ho scoperto con stupore al liceo che si dice GigAwatt.
E poi due chicche sulla scena del ballo:
Quella che suona Marty non è una Gibson ES-335 come molti pensano ma una ES-345, comunque entrambe non esistenti nel 1955!
Durante il solo ci sono citazioni di molti chitarristi rock tra cui
Chuck Berry stesso per la camminata detta Duck Walk, Eddie Van Halen per il tapping ed Pete Townshend per il calcio all’amplificatore.
Quest’ultimo poi è occasione per un altro piccolo “errore”. Quando cade (si tratta di un Fender Bassman) si sente il rumore tipico delle molle da riverbero, cosa impossibile perché ancora non introdotto da Leo Fender nel 1955.
Ahahahahah, Rocco, sei un mito!
La cosa delle chitarre la sapevo pure io, come le varie citazioni dei chitarristi. Però quella dell’amplificatore penso che la sappia solo tu, perché non l’ho trovata mai da nessuna parte.
Sì, il Gigowatt non esiste :D
Ma in originale usano il Jigawatt che non esiste nemmeno quello :D
[1 di 3]
Bella, MrChreddy: saluto giovanilistico e vivo apprezzamento della rubrica (non ho votato perché sono nel giro da meno di tre mesi).
Ho preso fin troppo alla lettera la tua esortazione finale; ne è risultato un commento piuttosto ampio (nonché tardivo), che – per dribblare l’anti-spam, disturbare meno e, bontà tua/vostra, dialogare meglio – preferisco inviare in tre segmenti.
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Come tutti sanno, Michael J. Fox non era più un adolescente quando girò «Back to the Future» (e «Teen Wolf»); ancor meno lo ero io, visto che la mia data di nascita precede la sua di un semestre.
Ciò non mi impedì di andar a vedere il film di Robert Zemeckis un pacco di volte, dalla prima visione in novembre – sùbito bissata – alla riproposta nel turnover quotidiano, o quasi, dell’unica sala di Siena che rimanesse aperta in piena estate (a parte il Cineforum).
Pensa, MrC, che comprai pure la novelization della sceneggiatura (come per «I Predatori dell’Arca Perduta» e per «Wargames», per «Rocky» e per «Rambo II – La vendetta»; il «First Blood» capostipite era già un romanzo, qui edito da Feltrinelli: acquistato anche quello).
Ora non ho il libro a portata di mano, ma in effetti ricordo che lì Marty McFly, una volta ritornato nel 1985, tentasse di tastare il polso ai suoi genitori, sulle vicende appena vissute con loro quali coetanei: “E che mi dite di quel ragazzo, quello che si chiamava come me?”. Gli interrogati cadevano dalle nuvole, o – al pari del sottoscritto, adesso – ne serbavano memoria alquanto vaga: saprò essere più preciso non appena avrò rintracciato il volume Sonzogno, nella mia babele personale.
Poi (saltando le vhs, perché non avevo ancora il VCR) arrivarono i passaggi TV, i singoli dvd , le edizioni rimasterizzate in cofanetto…E la videocamera del cellulare, con la possibilità – vi accennai su Fb – di realizzare un selfie, oserei dire un fan-self-service, mentre recito lo scambio di battute che tutto riassume e che forse io prediligo:
– I McFly non hanno mai significato niente, nella storia di Hill Valley!
– M-ma la storia cambierà.
A tal punto ci sto dentro che, domenica 26 gennaio u.s., fu immediato vedere il tweet di un giovane uomo politico e così, per mera libidine ludica, ricavarne un altro con il seguente patchwork (scusate l’autocitazione, si fa per dire, ché di mio c’è soltanto la copulativa fuori dalle virgolette; e l’articolo prima di “Italia” era stato omesso nell’originale):
– “I conservatori non mollano, resistono, sperano nella palude. Ma Italia cambierà…”
E «dove stiamo andando, non c’è bisogno di…strade!».
Eh, vabbè, non vale farsi supportare dai libri correlati e tutto il resto, qui si parla dei film, non dell’universo espanso :P
Comunque è vero, negli anni ’80 mi ricordo che c’erano un sacco di libri tratti dai film. Mi ricordo addirittura, e ce l’ho ancora, di aver letto quello tratto dal Batman di Burton :D
[2 di 3]
Sì, la storia sarebbe davvero cambiata: per tutta la famiglia McFly.
O quasi per tutta. Che cosa intendo? Vista la generale fortuna e gloria del finale, con un Biff factotum bonaccione al servizio di un George affermato scrittore sci-fi, pensai già allora che non mi sarebbe dispiaciuto un esplicito riferimento palingenetico ad un certo “uccel di gabbia”.
Fantasticandoci adesso, avrei apprezzato una Lorraine che cinguettasse qualcosa del genere: “Ragazzi, ci sono buone notizie dal Tribunale. Lo zio Joey ha appena consegnato una coppia di fuggitivi dalla libertà su cauzione. Presto riscuoterà le due grosse taglie, si prenderà un mese di ferie e starà con noi dal Ringraziamento a Natale. Siete contenti?!”.
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Il moderno cacciatore di taglie, all’epoca, tirava non poco: vedi «The Fall Guy» con Lee Majors (una delle mie serie preferite) , poco prima dei film «Wanted» con Rutger Hauer e «Midnight Run» con Bob De Niro, nonché – dal ’92 – «Renegade» con Lorenzo Lamas (altra mia serie di culto).
Inoltre era un mestiere che si prestava bene – per l’esperienza pregressa – a chi avesse qualche trascorso dall’altra parte della barricata, rendendo così meno favolistica una riabilitazione in tal senso.
Poi naturalmente lo zio Joey bounty-hunter, che magari poteva comparire adulto all’inizio del secondo film, me lo sarei giocato soprattutto nel terzo di ambientazione western (vedi la citatissima trilogia leoniana con Clint Eastwood, oppure – ad essa precedente – il «Wanted» originale della TV con Steve McQueen).
E lo avrei fatto impersonare da Dennis Quaid, già eroe di «Innerspace – Salto nel buio», altro viaggio fantastico ed allucinante che mi è rimasto “nel cuore”; e che avrebbe meritato maggior successo di pubblico, guadagnandosi almeno un sequel: per qualcuno della Amblin, fu l’elemento “space” del titolo, un po’ inflazionato, a risultare fuorviante e controproducente. Too bad.
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Chissà, forse in BTTF non vollero esagerare coi tarallucci e vino (o pancake e sciroppo d’acero, o comunque si dica), dando soverchio peso a qualcuno che si era visto pochissimo: un nome su una torta – sprecata – nel 1985 ed un bimbo dentro un box nel 1955 (“Farai bene ad abituarti a queste sbarre”).
Certo, il personaggio del passato era appunto troppo piccolo per avere una benefica interazione col “ragazzo del futuro”; però si poteva postulare un effetto indiretto, mediato dalla sorella Lorraine e da George, come per i loro figli di là da venire (uno dei quali, incidentalmente, è il fotoreporter del Daily Planet).
Scusate: ho elucubrato – a ruota libera – per il gusto ineffabile del cazzeggio nerd, è ovvio (tipo se sia più forte Hulk o la Cosa, o quale sia la miglior interprete di Catwoman).
Nella Factory di Spielberg c’era gente che conosceva perfettamente il suo lavoro.
Se non ti ho annoiato, MrChreddy, posso chiederti un parere sul mancato – o comunque inespresso – recupero sociale di Joey Baines, in sede di happy ending? Anche tu lo percepisci come una nota lievemente stonata, in quella specie di Inno alla Gioia, o ci vedi più lo scrupolo di non strafare con i cambiamenti biografici, perché già avevano ammansito Biff Tannen?
No, non mi stona, perché Marty non cambia la vita ad entrambi i genitori, ma rende solo sicuro di sé suo padre, che di conseguenza fa vivere una vita migliore a moglie e figli.
Biff perde il rispetto e non “vive da bullo”, ma da perdente, anche perché George poi non sarà più una sua vittima a vita.
Non vedo perché questa cosa dovrebbe cambiare tutto l’albero genealogico. Tanto più che non sappiamo perché lo zio sia in gabbia. :)
In più è un “tormentone” ricorrente, mi pare lo si accenni anche nel 3, se non sbaglio.
Quindi, non mi stona e non mi sono mai fatto problemi :D