Il tunnel di cui parlo non è solo un tunnel fatto di dipendenza e ossessione, è anche un tunnel anatomico, quello carpale. Ci sono alcune cose che per un motivo o per un’altro creano dipendenza, basti pensare al tabacco, l’alcool, il caffè e persino la cioccolata. Non sono per le teorie complottistiche che vogliono questi oggetti riempiti di strane sostanze chimiche mutagene che generano assuefazione, molto più banalmente credo che la dipendenza abbia delle radici di base comuni, ma che sostanzialmente sia diversa da persona a persona. Io, ad esempio, non sono facile all’assuefazione, non fumo, non bevo, non mi abboffo di cibo, la cioccolata mi piace ma non esagero mai, sono sostanzialmente una persona noiosa ed equilibrata tranne che per una cosa, i videogiochi.
Sarà il mio perfezionismo, o il bisogno compulsivo di portare a termine le cose, ma quando gioco a qualcosa le soluzioni sono due: o le cose vanno come dico io, o le cose vanno come dico io. Se sono Mario devo prendere tutti i coins collezionabili, se sono Kratos prendo tutti gli Occhi di Gorgone e le Piume di Fenice, quando ero Altair conoscevo a memoria i tetti di Acri per la posizione delle Bandiere dei Templari, in qualità di Dragonborn mi sono dannata per scovare tutte le Priest Masks e così è sempre stato dalla notte dei tempi, che io ricordi.
A questo punto della mia vita sono consapevole del mio “difetto” quindi mi tengo lontana da quei giochi che potenzialmente possono acuire il mio piccolo problema di controllo. Infatti esistono alcuni tipi di giochi che per me sono assolutamente ingestibili perché richiedono un’attitudine e un atteggiamento completamente differente dal mio, se non diametralmente opposto: gli FPS. Il rischio da parte mia, in questi casi, è l’assunzione di un comportamento ossessivo compulsivo di “insistenza fino alla nausea” che, il 90% delle volte, porta al suicidio delle persone che giocano con me.
Un giorno magari vi racconterò l’esperienza traumatica affrontata dal povero Silvio per aver terminato Gears of War 3 in modalità Co-op locale con me… una roba che la Sindrome da Stress Post Traumatico dei reduci del Vietnam è un passeggiata di salute al confronto.
Ho lavorato molto duramente per lunghi anni con l’obiettivo di sedare questa bestia che vive dentro di me, ma di recente la bestia è tornata, ed è più agguerrita che mai! Tutta colpa di una recensione.
Qualche settimana fa, non so se lo sapete, è uscito il remake di una vecchia gloria, un gioco a metà strada tra Wolfstein 3D (per i nazisti, gli esperimenti strani e tutto il resto) e Doom (per la frenesia e le mappe molto ampie per l’epoca), un gioco che di certo non brillava per originalità, ma che era capace di frullare bene tutto quello che il genere richiedeva, almeno all’epoca.
Vi confesso che oggi, a parte strappare qualche sorriso ai nostalgici, titoli di questo genere non riescono a coinvolgere come un tempo, soprattutto per la loro marcatissima impronta anni ’90: sangue che scorre a ettolitri, musiche rock-elettroniche degne degli Europe, umorismo macho alla Jesse Ventura, che non ha mai tempo di sanguinare, e nemici che esplodono avendo cura di lanciare i propri arti e le proprie budella il più lontano possibile.
Per stilare la recensione ho dovuto, mio malgrado, imbracciare mouse e tastiera e giocare.
Non vi nascondo che nell’esatto momento in cui le dita della mia mano sinistra hanno sfiorato i WASD è stato come entrare nella macchina del tempo, come se tutti quegli anni di duro allenamento sotto la cascata con il Maestro dei 5 Picchi non fossero mai esistiti. La bestia era libera. Le successive 6 ore le ho trascorse con l’indice destro che cliccava istericamente sul mouse, imprecando contro i nazisti e stupendomi di quando sorprendentemente non abbia perso la mano per le multi-kill. Lo confesso, ho invocato il perdono del mio maestro e l’aiuto spirituale di Miyagi San. Oramai il tunnel era stato imboccato.
Gli FPS sono tornati nella mia vita in modo ciclico. Ecco che sento partire la classica musichetta da flashback tipica delle sit-com.
La prima fase è stata segnata in modo indelebile da Doom, che io ho giocato, con un po’ di ritardo rispetto all’anno di uscita, durante le scuole medie. Questo gioco riusciva ad avere per me un fascino letale, ero in pieno periodo Arnold Schwarzenegger e guardavo a ripetizione Predator e Atto di forza, certe volte entrambi nella stessa giornata. Doom per me era come la mattina di Natale: Marine spaziali su Marte che combattono mostri evocati dall’inferno. Dovete ammettere inoltre che il protagonista assomigliava non poco a Dutch!
E non era finita qui! In classe la cosa continuava perché c’era una terribile faida tra i fan di Quake, i figli di papà che avevano sempre il gioco più nuovo e figo, quelli sfigati di Wolfstein, che tendenzialmente non potendosi comprare Doom e Quake (all’epoca le paghette erano veramente limitate) giocavano a Wolfstein solo perché lo rubavano al fratello maggiore, e infine noi, i figli di mezzo della storia.
Ci ho messo quasi un anno per disintossicarmi, per colpa anche delle beghe scolastiche, ma da quel momento in poi ho fatto di tutto per cercare di tenermi lontano dagli FPS. Ci sono riuscita fino al primo anno di università.
La seconda fase ammetto che è stata la più divertente, ma anche la più dura da superare. In casa eravamo in 5: io e quattro ragazzi (tre ingegneri e un informatico). Lo so che in questo momento state immaginando con orrore le condizioni del bagno di quella casa, ma per un attimo cercate di distogliere la mente da questa orribile (seppur estremamente veritiera) immagine e pensate al clima videoludico. C’è stato il periodo Need for Speed Underground 2, c’è stato il periodo Half-life 2 e c’è stato anche il periodo Unreal Tournament 2003. No, niente calcio, fortunatamente erano ingegneri. Ognuno nella propria stanza con il suo PC, si passava da un DeathMatch a squadre a un CaptureTheFlag, in assoluto la modalità preferita. La mappa che andava per la maggiore prevedeva come base due torri, legate tra di loro solo da una lingua di terra, e non potete immaginare la soddisfazione di mettersi sulla cima con il fucile di precisione: che entrassero o scappassero dalla base con la mia bandiera, i maledetti dovevano per forza mettere le loro teste a tiro del mio mirino. Ancora oggi ogni tanto mi viene spontaneo gridare “The enemy has your flag! Recover it”
E poi ci si domanda perché la nostra generazione conosce l’inglese… se volevi giocare eri costretto!!! Immaginate Final Fantasy 7 nella mani di un bambino di oggi. “No mamma mi scoccio, non capisco. Mi compri i Pokémon?”
[/VecchioScassapalle mode on] Sudore, studio e sacrifici ai tempi miei, maledetti mocciosi di oggi che volete tutto facile facile. [/VecchioScassapalle mode off]
Aggiungerei anche: dissolvenza della musica nostalgica da sit-com. Finito il flashback insomma, torno alla contemporaneità.
Alle 6.45 del mattino seguente mi sono svegliata di soprassalto e ho pensato: “Qualcuno mi fermi, ora reinstallo Unreal Tournament 3“. La forza di volontà però ha prevalso e mi sono convinta semplicemente a fare un’ultima partita a Rise of the Triad, che tra l’altro consiglio vivamente a tutti gli appartenenti al Club dei Nostalgici. Il pomeriggio successivo, mentre scrivevo la dannata recensione, ho pensato tra me e me: “Quanti videogiocatori ci sono tra di noi che sono sfuggiti a questa dipendenza?” Forza, non abbiate timore, uscite allo scoperto e unitevi al gruppo di supporto degli ex FPSisti anonimi.
Ps. Mi scuso con tutti gli amanti delle saghe di Call of Duty, Medal of Honor & Co. per l’assenza dei propri beniamini, ma qui ognuno ha le sue preferenze e io se devo giocare alla guerra preferisco fare l’infiltrata solitaria alla Solid Snake! Non me ne vogliate male. Per Halo invece il discorso è diverso, ne ho timore, sarei potuta ricadere nel tunnel… carpale.
I post sui videogiochi:
100 colpi di Pad prima di andare a dormire
io dirò solo una cosa. Soldier of fortune e call of duty istallati in rete nelle aule informatiche del politecnico di Milano. Non voglio aggiungere altro, te lo puoi immaginare XD
Ecco perché poi gli ingegneri informatici producono solo robe tipo Call Of Duty… XD
più che altro ecco perchè gli ingegneri al poli van fuori corso XD
Nn immagini quanto ti capisco XD ahahahahaha
Beh preparati a ricadere nel tunnel….è uscito Shadow Warrior!!
Nuoooo! Non dovevi dirglielo, ora la perderemo per sempre!!!
Oramai è troppo tardi! Addio mondo crudele…
Dunque,
visto che io non so manco cos’è un fps o spf o pfs,
tanto per cambiare
andrò OT…
c’è una frase presente nel testo che ha risvegliato il vegliardo che c’è in me
(e pure fuori di me):
“Ognuno nella propria stanza con il suo PC”.
Non entrando nel merito, perché non conosco la situazione,
non posso fare a meno di pensare che quando io ero un imberbe universitario
(che con quattro peli riusciva a farsi la barba a filo,
come andava all’epoca,
perché non mi abbiano mai chiamato al MOMA è un mistero).
Ai tempi non esisteva la schedatura volontaria telematica,
simpaticamente e vezzeggiativamente denominata
feisbuccccc
(per me non esiste ancora, transeat)
e se volevi parlare con un tizio
o gli telefonavi/mandavi un sms
(pagando ben 200 lire/10 cent, orribile bestemmia)
oppure ti connettevi con lui attraverso la seguente procedura:
“toc toc”
“sì?”
“io”
connected.
E partiva il cazzeggio. Senza schermo, senza tastiera, senza connessione, senza allegati.
Goliardia old style.
Ora, invece, i giovanidoggi (aaaaah, l’ho detto, mi sento meglio)
hanno perso un po’ il gusto del cazzeggio alla vecchia maniera.
Nel mio medioevo si andava “in giro” a “beccare un po’ di gente”
(trad. si girava ad minchiam senza una meta a beccare altri che giravano-ad-minchiam-senza-una-meta).
Adesso sti giovinastri se non gli dai le coordinate della destinazione, il tempo del tragitto, la velocità di crociera
e il motivo circostaziato dello spostamento,
più l’identita e la mail di quelli che abbiamo intenzione di incontrare,
manco si infilano le scarpe.
Ok, ho finito.
Vado a trovare un ospizio che mi sopporti.
Ohè
è cambiato tutto!
Beeeeeeeeeeeello.
Come si usa?
Il post dove spiego l’arcano cambiamento volevo postarlo oggi… ma te, alle 3 di notte, dormi porca miseria! :D
E da quando il venerdì notte si dorme?
Dai, su, non scherziamo.
Da quando si è vecchi come me XD
Super Q U O T O N E
quando uscì ultimate doom per ps1, nelle poche ore che mi concedevo di sonno era un sognare a ripetizione delle mappe e delle urla dei bambini che facevano da colonna sonora.. li capii che forse stavo esagerando un pochino..
Sappi solo che ho evitato di acquistare la Doom 3 BFG Edition per nn ricadere in trappola e sognare le mappe di notte! :D
Mitica SisterDeath come sempre :3
:D E tu Wade? Qual era il tuo preferito?
Ti rispondo ora perchè non avevo visto xD
Comunque Half Life lo è sempre stato u.u
Il quotone è per Satanasso, ma me l’ha dato sotto Chreddy
Sìsì, si era capito per chi era :D
Comunque nel post di oggi ho spiegato come si usano i commenti :)
Bellissimo post Sister, colmo di citazioni e di circostanze ilari proprio come piace a me! Mi sono riconosciuto e piegato dalle ristae amare più e più volte, quindi come sempre complimenti per lo scritto!!!
Venendo alle cose serie, anche io ho giocato a molti dei giochi che hai scritto, molte volte ho detto la fatidica frase “altri 5 minuti e poi smetto” prima di trovarsi che erano passate 5 ore e dovevi dormire… ma ad una certa età a che serve dormire!? Ho passato notti insonni su giochi tipo Diablo 2 o tipo Wolfestein o ancora i vari giochi di guerra come Call of Duty, Battlefield 1942(in rete), Medal of Honor o anche Sniper Elite o anche giochi tipo Doom o Half Life (giocato a 4 mani con mio fratello… io “guidavo”, lui sparava tutto con un omino… esperienza da non ripetere!).
Il mio gioco preferito resta senza dubbio Battlefield 1942 ed espansioni… giocato con un unico amico in un pub che dava i computer in rete quando ancora la connessione internet da casa era cosa difficile… praticamente da soli contro il computer o contro il mondo!!!
Il sognare le mappe oramai è cosa che mi capita anche se gioco a Tetriz o a Candy Crush Saga e ci sono abituato… Ma per ora sono fuori dal tunnel anche se ci sto per ricadere… ho acquistato giochi e li ho installati, ma ho paura di cominciarli…
Ciao Anadol! Grazie per i complimenti, era proprio quello il mio intento, far tornare alla mente i momenti “altri 5 min e poi smetto”.
Tornando a noi io non ho mai amato particolarmente i giochi di guerra per gli fps ho sempre preferito quelli “fantascientifici”. Quali sono questi giochi che hai acquistato ma che hai paura di cominciare? :D