Negli ultimi anni stanno andando molto di moda le serie Tv storiche, come ad esempio Spartacus e The Game OF Thrones, per citare gli ultimi due serial di maggior successo. Però ci sono anche The Borgias, Rome e così via.
Uno dei periodi meno esplorati dal cinema e dalla TV è quello dei Vichinghi, quegli omoni enormi e barbuti che passavano le giornate a depredare i popoli dei dintorni calmandoli a colpi di ascia bipenne. O almeno questo è tutto quello che so io dei vichinghi, ben conscio che Vicky Il Vichingo non era proprio una ricostruzione storica fedele di quel popolo.
Ora History Channel, il canale dei documentari, insieme alla Metro Goldwin Meyer, quella del leone, ha prodotto una serie Tv proprio dedicata al nobile popolo dei Vichinghi, intitolata in modo molto originale: Vikings.
Se non fosse stato per Roberto V. e altri utenti della pagina di Facebook, probabilmente Vikings l’avrei visto fra mille anni e sarebbe stato un peccato, perché ha molte cose buone, pur con delle grosse limitazioni tipiche di queste produzioni.
Vikings, a grandi linee per non spoilerare niente, racconta le gesta di Ragnar Lothbrok un grande eroe Vichingo che, grazie alle sue idee, la sua intraprendenza e alla sua ambizione, diventa Re delle varie tribù vichinghe.
Ovviamente la prima stagione non riassume tutto quel percorso, ma solo l’inizio, visto che è composta da sole 9 puntate. Questo è un punto a favore, perché la storia scorre abbastanza bene, senza troppe lungaggini inutili, puntate riempitive e cose del genere che, alla lunga, stufano.
Una cosa positiva è che non esagerano con scene di sesso e violenza. Le prime sono quasi assenti, le secondo abbastanza contenute. Le serie storiche sono una buona scusa per lanciarsi in scene di sesso esplicito e violenza splatterosa come se non ci fosse altro per tenere lo spettatore attento e incollato allo schermo. La HBO è regina in questo genere di cose.
Ormai donne nude e sbudellamenti gratuiti sembrano una delle regole di base per fare una serie Tv “adulta” e realistica, come se far accoppiare come ricci i protagonisti o far macellare qualcuno ogni 5 minuti sia sinonimo di verità.
Ci sarebbe anche altro per tenere vivo l’interesse per una serie Tv, tipo una bella trame, bei dialoghi, personaggi carismatici, una buona regia. Tropo spesso si punta alle poppe: minima fatica, massimo risultato.
Vikings per fortuna non punta a questo e riesce a essere interessante soprattutto per l’argomento. Come dicevo all’inizio, parla di vichinghi e degli usi e costumi di questo popolo che sostanzialmente ignoriamo. Nessuno a scuola studia i vichinghi e c’è poco materiale di intrattenimento legato a loro, quindi la curiosità è molta, almeno da parte mia.
Spero, visto che è prodotto da History Channel, che quello che ci viene mostrato sia abbastanza fedele al modo in cui vivevano e agivano i vichinghi, a parte che hanno tutti i denti bianchissimi, nemmeno vivessero nel villaggio Durbans pieno di dentisti.
La veridicità della serie viene a volte strumentalizzata mostrandoci cose che sono contro la “morale moderna”, costringendoci ad un giudizio negativo verso chi le esegue. Un modo abbastanza furbo per farci inquadrare i personaggi come buoni o cattivi, quando magari a quel tempo determinati gesti erano una cosa normale. Un popolo vissuto nel 700 D.C. di certo non ragiona e non ha le stesse leggi, la stessa morale e le stesse credenze di noi che viviamo nel 2013. Per dire, offrire la propria moglie agli ospiti in casa per noi è una cosa aberrante, intendo per quelli che non praticano scambismo o organizzano orge, ma per loro era come offrire la grappa alla fine della cena.
Vikings ha anche delle grosse pecche, la maggior parte delle quali legate a problemi di budget.
Prima di tutto alcuni personaggi sono troppo stereotipati e molte situazioni banali e prevedibili. Spesso il tutto sembra già visto mille altre volte, segno che non hanno voluto rischiare molto battendo percorsi più facili da digerire per il grande pubblico, anche se la scalata al potere di un eroe che passa per guerre e saccheggi non è che può essere raccontata in mille modi diversi.
Infatti i nodi della vicenda, benché già ampiamente sfruttati, sono perdonabili, mentre i personaggi venuti fuori da Il Grande Libro Dei Personaggi Per Telefilm sono un po’ meno capibili.
C’è quella vecchia volpe di Gabriel Byrne nel ruolo dello jarl Haraldson, il capo della tribù, che uno dei due personaggi peggio caratterizzati. È un “cattivo” bidimensionale quasi da fumetto, veste sempre di nero, parla con gli altri mentre mangia, cosa fastidiosissima, e uccide i bambini. È la vittima principale ti tutto quel discorso noiosissimo che facevo prima sulla morale moderna contro quella antica.
Il suo braccio destro Svein, David Pearse, è un’altra macchietta di cattivo senza spessore.
Floki, l’amicissimo di Ragnar, è il classico personaggio folle, che fa le facce da pazzo, con gli occhi truccati di nero, che si muove tutto storto e dinoccolato, ma che in realtà è saggio e più intelligente di quello che sembra. È interpretato molto sopra le righe da Gustaf Skarsgård, figlio di Kmerr, nipote di Knorr Stellan Skarsgård, e non si stacca molto dallo stereotipo del personaggio fuori di testa, ma saggio e senza peli sulla lingua. Voglio dire, poteva farlo così chiunque, persino Johnny Depp.
Invece Rollo, Clive Standen, è il classico invidioso dei successi del fratello Ragnar ed è sempre sul punto di tradirlo. Con “sempre” intendo un paio di volte ad episodio e, guarda caso, chiunque fa leva su di lui per mettere i bastoni fra le ruote a Ragnar. Con “chiunque” intendo proprio chiunque appaia sullo schermo e non faccia parte dei compari di Ragnar. Insomma, Ragnar è circondato da un sacco di gente, possibile che tutti vadano sempre da suo fratello Rollo a inzigare zizzania?
I personaggi femminili sono pochi e anche loro molto poco caratterizzati. Lagertha, moglie di Ragnar interpretata da quella figa di Katheryn Winnick, è la classicissima donna forte che sa badare a se stessa, guerriera nell’anima e dolce a letto. Mentre Siggy, moglie dello jarl Haraldson interpretata da Jessalyn Gilsig, è impalpabile, ma non per colpa dell’interpretazione, ma proprio come personaggio. Non si sa se è simpatica o antipatica, brava o doppiogiochista, forte o sottomessa. È lì, che galleggia nella serie e tutte le volte che appare vien da dire: “Chi cazzo è questa? Ah, già la moglie del ciccio vestito di nero.”
Su tutti spicca Travis Fimmel, decisamente una sorpresa. Oltre ad essere un figaccione, ha anche un bel carisma e una bella presenza scenica e rende molto credibile il personaggio di Ragnar, forse il personaggio scritto meglio. Pur non essendo enorme come gli altri vichinghi, non si fa fatica credere nell’ascesa di Ragnar. Non mi stupirei se Travis prendesse il volo, dopo questa serie, anche nel mondo del cinema.
A parte la sceneggiatura non proprio brillante, e tralasciando gli effetti speciali in CGI per niente speciali, il basso budget si nota soprattutto nella scala ridottissima del telefilm.
Il villaggio di Ragnar è composto da 2 case, la sua e quella dello jarl, e altre 4 o 5 capanne in riva al mare. Numero di abitanti all’ultima conta: quasi 30.
Ho visto partite di calcetto più popolate delle battaglie campali del telefilm.
Ragnar, con la sua nave velocissima, arriva in Inghilterra in due giorni, depreda il depredabile e torna entro sera. Ci metto di più io ad andare dal panettiere dietro casa. Usando la macchina.
Insomma sembra tutto a portata di mano, non si respira la vastità del territorio, se non per alcune belle inquadrature, e le dimensioni del popolo vichingo. Sembra tutto girato in studio, uno piccolissimo tra l’altro.
Eppure, nonostante tutti i difetti, Vikings è divertente da seguire, le sue 9 puntate scorrono via veloci senza appesantire troppo e, tutto sommato, è divertente e con un’ambientazione diversa e stuzzicante.
Insomma, se Spartacus ha avuto tutto quel successo, non vedo perché una produzione più onesta come Vikings non debba avere altrettanto seguito.
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
Sono stato citato? Ih!
Comunque, aspetta che ti elenco gli errori, devo finire di leggere, intanto ti dico quel che mi è rimasto in mente: 700 d.C. non avanti, dopo; niente asce bipenni, ci sono dubbi sul loro effettivo utilizzo e, come puoi vedere anche dalla serie, le asce sono per lo più accette da boscaiolo (ascia e accetta sono due cose diverse).
Altra cosa: The game of Thrones è “storico”?? Ma che mi combini? :)
no, direi che va bene così.
Sì, ti ho citato, aspetta che ti spiego quello che volevo dire dove non hai capito.
700 A.C. è un errore mio, nello scrivere mi sono confuso.
Le asce bipenni le ho citate parlando della mia ignoranza nei confronti del popolo vichingo, poi se leggi sotto ho citato solo le accette :)
Game Of Thrones non è storico in senso stretto, è fantasy, ma è ambientato in un “medio evo” alternativo, quindi usi e costumi si rifanno a quell’epoca. Nemmeno Spartacus è così storico come si pensi, ci sono degli anacronismi davvero ridicoli.
Ma è show, mica documentari.
astuto… ti chiamerò Ditocorto.
Astuto de che? E’ la pura verità :D
Personalmente non l’ho vista.. nel senso che m’è passata vicino ma ero troppo impegnato a fare altro per vederla! Il trailer mi aveva anche preso ma poi mi puzzava di “cavalchiamoilsuccesso” di Games of thrones e l’ho snobbata! Forse la recupererò quando uscirà la seconda stagione come feci con GOT, cosa che sono grato di aver recuperato!
Theo, recuperala quando puoi, il mio consiglio è di vederla in originale perché le sfumature dei dialoghi, non secondarie, sicuramente si perderanno con il doppiaggio italiano.
Non è per essere fighetti, ma è proprio una componente importante per la credibilità della serie.
e che mi dite invece di Da Vinci’s Demons?
(ah, sono il Brunez comunque)
Ciao Brunez, ben tornato :D
Da Vinci’s Demons non saprei che dirti, a parte quello che ho letto in giro, perché non l’ho ancora visto, ma è uno di quelli in lista, ora sto recuperando la seconda serie di American Horror Story che mi è rimasto indietro, ma sono a buon punto.
Appena riesco lo vedo e poi dico.
Purtroppo ho troppo poco tempo per vedere/leggere/giocare tutto quello che vorrei. :(
A proposito di anacronismi ed errori storici, questi sono anche accettabili quando hai un basso budget e riesci comunque ad offrire un prodotto nel complesso gradevole (in questo caso History channel come produttore è una bella aggravante però), decisamente meno accettabile quando hai un budget di 100mln e vinci 5 Oscar (ok un Oscar indica qualità così come il PIL indica benessere, ma è pur sempre un riconoscimento con risonanza mondiale).
Mi riferisco a Il gladiatore di Ridley Scott.
Ri-visto ieri sera dopo anni, devo dire che mi ha deluso abbastanza rispetto ai ricordi e all’aura di capolavoro che lo circonda; e non per i madornali errori di cui sopra.
Mi ha deluso perché l’ho trovato lento, con una sceneggiatura debole e mediocre, dialoghi banali e personaggi un po’ stereotipati.
Ad esempio l’ascesa di Massimo a salvatore di Roma in contrasto con Commodo mi sembra trattata superficialmente, troppo subitanea rispetto a ciò che si vede sullo schermo. Passa da schiavo a gladiatore acclamato “che sconfisse un impero” in appena due combattimenti, praticamente.
Poi vorrei capire come un uomo ferito possa farsi dalla Germania alla Spagna a cavallo senza viveri e senza armi.
E capire a distanza, probabilmente di km, che sta succedendo qualcosa alla sua famiglia (scena di lui che sta cavalcando più morto che vivo accasciato sul cavallo, stacco sulla sua casa dove arrivano i pretoriani che cominciano la mattanza, ritorno su di lui che all’improvviso alza la testa, si guarda intorno preoccupato, sprona il cavallo e parte al galoppo come un invasato). Cos’ha, il salva-famiglia Beghelli con sé?
Non sono entrato nel dettaglio degli errori citati perché basta googlare per trovarli, ce ne sono a bizzeffe e per tutti i gusti :)
Considera che Il Gladiatore come sceneggiatura aveva un quadro che raffigurava un gladiatore. Era piaciuto a Scott così tanto che ha deciso di farci un film.
Io me lo ricordo ancora con discreto piacere, però effettivamente sono anni che non lo rivedo, quindi potrei avere la tua stessa reazione oggi… :)
Guarda io lo ricordavo addirittura con enorme piacere, quando lo vidi rimasi molto colpito e lo considerai un “filmone”.
Quindi fatti un favore e non riguardarlo, se vuoi mantenerne un buon ricordo :)