Se c’è una cosa che adoro della PS3, o meglio della Sony Computer Entertainment, è che propone, più di ogni altra casa, cose originali, mai viste o anche già viste, ma totalmente nuove, rivoluzionate. Gioielli sperimentali come “Little Big Planet“, che a vederlo da lontano sembra un platform sui generis, poi a provarlo si apre un mondo fatto di inventiva personale e fantasia, la cui unica limitazione è la voglia che abbiano noi nell’imparare a costruire e che invece che subire il gioco contribuiamo a crearlo.
Così tra un esperimento e l’altro ogni tanto, raramente purtroppo, esce un gioco che si distacca totalmente dai “giochi” comuni. Dove “distacca” significa che non c’entra proprio niente con i soliti sparatutto per bimbiminkia assatanati. Che è così diverso che forse non è nemmeno un gioco e il viaggio che si deve intraprendere è più dentro di noi che dentro la console.
Di cosa parli Journey è difficile da spiegare, al di là del viaggio del titolo. All’inizio ci si trova spaesati in mezzo ad un deserto color oro, con una musica soave in sottofondo, senza conoscere niente di chi siamo, cosa vogliamo e dove dobbiamo andare. Così si comincia a fare l’unica cosa che possiamo fare: camminare. Cammibare verso una montagna dalla cui somma si innalza una colonna di luce, come la promessa di un qualcosa di superiore che ci attende.
Siamo soli, possiamo solo emettere una nota, un richiamo verso qualcosa che potrebbe accadere,che speriamo che accada. All’improvviso un’altra creatura tale e quale a noi incrocia il suo cammino con il nostro e comincia ad accompagnarci in questa corsa verso il destino, verso la soluzione a tutti gli enigmi, speriamo, se vogliamo, che magari preferiamo correre da soli e allora la abbandoniamo, o lei/lui abbandona noi. Ma il nostro cammino non si ferma.
“That Game Company” ha prodotto un gioco che non è un gioco, lo aveva già fatto con “Flower“, un altro viaggio leggero come il soffio di un vento alla ricerca della natura ed ora si è ripetuta con questo Journey. 2 ore di poesia, di arte, per quel che significa… oppure non è niente, solo un esperimento ben riuscito, un volo pindarico di fantasia ottimamente realizzato, 2 ore divine che ci incatenano davanti alla tv incapaci di staccarsi, desiderosi di vedere le rovine successive, alla ricerca del successivo murales. 2 ore oniriche che portano ad un altro viaggio, ad altre 2 ore alla ricerca di quello che potrebbe esserci sfuggito durante il primo viaggio, alla ricerca di un nuovo misterioso, anonimo compagno, che potrebbe essere chiunque e noi lo sapremo solo ai titoli di coda.
Journey è uscito più di un mese fà, ho aspettato a prenderlo per essere sicuro di fare la cosa giusta, per essere sicuro di volerlo giocare… ho aspettato inutilmente troppo, lo consiglio a tutti, Journey è un viaggio che bisogna provare senza remore.
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
E infatti stasera se riesco lo scarico dall'account di Lord Casco, che l'ha accattato pure lui!! :P
Ho fatto da poco una ricarica su playstation network e sono indeciso se spenderla per journey, oppure per ”the cave” che dietro ha il ron gilbert dei primi 2 monkey island e non avrei esitato un secondo in favore di quest ultimo se non fosse che mi sono lasciato andare a un po troppi spoiler su youtube, guastandomi l’alone di mistero e magia.
Poi c’è il dlc di farcry3 ”blood dragon”, che spero sia stand alone (non ho farcry3) che è una figata biblica, se non sai cosa sia ti consiglio di guardare trailer e recensione di spaziogames, io non appartengo agli anni 80, ma tutto quello che c’era di bello me l’ha diffuso per osmosi mio fratello e questo gioco ne è un ode e un epitaffio… ma purtroppo anche di questo mi son lasciato prendere un po troppo, anzi per dirla tutta ho visto il completo walktrough, quindi tenderei ad escluderlo..
e infine ci sono le piccole tentazioni consumistico/bimbominkiesche di acquistare nuove armi e armature per god of war ascension o nuovi slot armi per black ops II, ma a quelle tento in tutti modi di resistere, perchè so che è il lato oscuro.
tu che mi consigli?
p.s. se cerchi ”cose originali” ti consiglio LIMBO, un platform/puzzle che in quanto a trama è pari a shadow of colossus, ma a mio avviso lo è anche in quanto ad atmosfera ed immersione
Non saprei cosa consigliarti Ginafrancesco.
A me Journey è piaciuto un sacco per l’atmosfera rarefatta e il finale effettivamente emozionante e molto Miyazaki. Ma dura solo 2 ore, lo puoi rigiocare, io l’ho fatto un paio di volte, però poi finisce lì.
The Cave l’ho preso e ci ho giocato 5 minuti per vederlo, ho poco tempo, ma mi piaceva molto. Opterei per quest’ultimo, però io non mi sono spoilerato niente. :P
FC3 Dlood Dragon è in lista della spesa appena finisco FC3, che mi manca poco. Credo però che tu debba avere il gioco originale per giocarci, non penso sia uno stand alone.
GoW Ascension lo giocherò forse quest’estate in ferie, e i COD, sorry, ma mi hanno sfondato la uallera :D
Il mio prossimo gioco è The Las Of Us, che aspetto veramente con trepidazione, e oggi dovrebbero mettere la demo sul PSN.
Limbo è un altro di quelli che ho rimandato…
Mannaggia, dovrei diventare ricco per smettere di lavorare e stare a casa a giocare, leggere e seguire il blog… oppure smetto definitivamente di dormire :D
mi mancava qualche centesimo per arrivare ai 12 euro di questo gioco e di the cave… la frustrazione e la collera hanno fatto prevalere in me il lato oscuro, ora ho un sacco di armaturine per vestire la mia barbie/kratos-multiplayer, e 10 slot classe a black ops2 perfettamente inutili/per quando avrò 10 ospiti a casa in tornei a rotazione con in palio uno stronzolo del mio cane.
ti confermo che blood dragon è giocabile senza avere una copia di farcry3
ho scaricato le demo di the cave e journey, per ora avremo un rapporto ”distaccato” come se già sapessimo che non ci impegneremo
anche io aspetto the last of us con trepidazione, sarà l’unico gioco che acquisterò dando con foga i soldi alla cassiera, lasciandomi cadere le monetine per terra, oltre a gtaV e (forse, aspettando prima la recensione) arkham origins.. e poi il mio cuore vola via direttamente a metal gear solid: ground zeroes, che sarà su ps4.
Ah, ok, ero convinto fosse proprio un DLC. Mi sa che passo e aspetto che arrivi gratis sul PLUS.
The Cave l’ho preso gratis lì :D
Io ho speso un fracco di soldi per i DLC dei Little Big Planet, li ho tutti :P
si daccordo, anche io ho tutti i dlc di red dead redemption e amo molto la serie di god of war che da anni mi aiuta a sfogare la mia ira repressa maciullando a caso roba che studiai al liceo classico, ma una cosa sono i dlc (quando aggiungono davvero qualcosa di bello e sono delle espansioni, prendi catwoman a arkham city, undead nightmare a RDR o blood dragon) ma mi repelle profondamente tutto ciò che è avatar, nuove mappe (a pagamento (?!), armi nuove, nuovi colori per le armi, per me è tutta roba che dovrebbe essere gratuita e che bersaglia dolosamente la mania consumistica ossessiva compulsiva dei fan. è una cosa indecente, ci sta che per GoW l’avevo quasi messo in conto, ma è una cosa indecente lo stesso
Mah, guarda, per i DLC penso che se aggiungono qualcosa, come nuovi livelli, storie parallele e cose del genere, sono anche giustificabili, o comunque capibili. Quelli che hai citato tu vanno benissimo.
Quando aggiungono cose di contorno come costumi o altre robe così, uno può bellamente ignorarli e muore lì la cosa, nessuno ti obbliga a comprarli.
Il vero problema è quando aggiungono pezzi di gioco che dovresti aver già pagato, tipo i personaggi di Street Fighter X Tekken per Capcom, già presenti nel disco, ma sbloccabili a pagamento. La modalità in coop online per RE5, gà sul disco, ma sbloccabile a pagamento. Oppure Ubisoft con i capitoli di Assassin’s Creed 2, tolti dal gioco per venderli a parte, o il finale di Prince Of Persia venduto a parte.
In questo caso, secondo me, c’è del dolo, dovrebbero prendere e chiuderle queste case, meritano di fallire.
Io di Capcom e Ubisoft non compro più niente, FC3 me l’hanno regalato, ma fosse stato per me non l’avrei preso. Può essere il gioco definitivo, ma lo lascio sullo scaffale, lì dov’è.