Capita che un sabato mattina del 2004 ti alzi e non hai voglia di fare una mazza se non sbatterti sul divano e fargli prendere la forma del tuo corpo. E infatti sono lì sul divano a farmi depositare la polvere addosso, mentre gioco con la PS2, ma solo perché il pad era a portata di mano, che squilla il telefono. Purtroppo rispondo… E’ un mio amico, maledetto: “Oh, che fai oggi?” Io: “Niente…” Il Maledetto: “Oh, bella! E’ uscito un film che volevo vedere… “I Tre Volti del Terrore” di Stivaletti” Io, veloce appunto mentale: mai rispondere niente quando ti chiedono che fai oggi in un giorno che non hai voglia di fare una cippa di niente, “Ah, bene, dove lo fanno?” Il Maledetto: “Solo al Plinius!” Io, ignorando il campanello d’allarme fatto scattare dal fatto che lo fanno in un solo cinema in tutta Milano, “Ok, ci vediamo il primo spettacolo?” Il Maledetto: “Sì, a dopo…” Così, verso le 2 e 30 siamo fuori dal Plinius, prendiamo i biglietti e ci accomodiamo in sala in 3, il Maledetto, io e un altro tizio che evidentemente non aveva di meglio da fare. Tutti lì per vedere il film di Sergio Stivaletti. Per chi non lo sapesse Stivaletti è il Rick Baker de noartri, ossia un truccatore romano che faceva gli effetti speciali, per i film horror italiani, quando facevamo film horror in Italia. In ogni caso Stivaletti ha deciso di girare un film tutto suo e che film… Il film, per farla breve, è così brutto che è davvero difficile spiegare perché sia brutto. E’ così brutto che le coliche causate dalla Nota Marrone che contiene, sono piacevoli a confronto. E’ così brutto che i veri 3 Volti del Terrore eravamo il Maldetto, io e Tizio che lo guardavamo. E’ così brutto, che solo ricordarlo mi fa male fisicamente. E ho proprio voglia di condividere questo dolore fisico con voi. Il film si apre su delle biglie di vetro, matite colorate e una mano da bambino che disegna, con i titoli di testa che scorrono.
Stacco e siamo all’interno dello scompartimento di un treno dove tre giovani ronfano.
Entra un quarto uomo a cui, dopo pochi passi, cade una boccia d’acciaio color oro che finisce tra i piedi della ragazza svegliandoli tutti.
La ragazza raccoglie la boccia mentre il tipo appena entrato, scusandosi dell’accaduto, dice: “Comunque vedo che ha catturato la sua attenzione…”. A tal proposito credo che qualsiasi cosa di un paio di chili che atterri su un piede catturi l’attenzione del proprietario del piede. Questo è solo per favi capire il tenore dei dialoghi di tutto il film.
In ogni caso il proprietario della boccia si presenta come il Prof. Price, esperto ipnotizzatore.
I 3, stupiti, dicono che l’ipnosi è magia, fantascienza, illusionismo e cose del genere. Price invece afferma che è una scienza e lui uno scienziato che fa esperimenti, e la boccia serve a quello. Così la dà al primo dei 3 che la fissa e, grazie all’effetto speciale al computer veramente patetico, cade in trance.
Così Marco, questo il suo nome, si trova in una landa desolata con un suo amico profanatore di tombe, alla ricerca di una tomba da profanare ovviamente. La trovano e cominciano a scavare, fino a notte. Entrano in questa tipica tomba etrusco/maya/egizia, che l’Italia ne è piena, dove una mummia fa bella mostra di sé circondata e agghindata di oro e preziosi, e sulle pareti ci sono disegni di lotta e di… uomini lupo.
Naturalmente la depredano, si fanno una Polaroid, che il profanatore è sentimentale e vuole dei ricordi per ogni tomba profanata (giuro non me lo sono inventato) e stanno per uscire, quando Marco trova un anello al dito della mummia e se lo intasca.
Il mattino dopo Marco si sveglia nella sua cameretta piena di citazioni: a vecchi film horror, a Dylan Dog e poster, che fanno tanto autore colto. Con il cinguettio degli uccellini che entra dalla finestra aperta si prova subito l’anello.
Peccato che non riesca più a toglierlo. Alla fine prova pure con un tronchesino e ovviamente si taglia un dito e la testa di lupo dell’anello si beve il sangue. Nessuno se lo aspettava.
Il suo amico profanatore lo chiama che devono andare da un certo Monti a vendere la refurtiva.
Lui li paga e loro se ne vanno. La stessa sera Monti analizza la Polaroid che si erano scattati, un libretto preso a caso dalla sua vasta collezione di libretti (2 ne ha) che ha sulla scrivania, capisce tutto: Marco ha preso l’anello e può essere pericoloso. Quindi avvisa il profanatore che si reca a casa di Marco. Breve colluttazione ridicola e Marco gli spacca la testa in 2, letteralmente, che Stivaletti ci voleva far vedere quanto è bravo a fare il cervello umano.
Marco fugge in mezzo al paese in preda al dolore, inciampa, cade, si rialza…
Arriva ad una fontana per bere, ma l’acqua diventa sabbia, poi sangue.
Allora Marco, impazzito, corre via. La città diventa campagna, la luna è alta in cielo, e arriva ad una villetta isolata con piscina, dove un vecchio e una ragazzina stanno per fare le cosacce. Lui si tuffa in piscina e… si trasforma in un lupo mannaro, una trasformazione che è di una cialtronaggine inimmaginabile.
Mangia il vecchio e insegue la ragazza in bichini che non riesce più a entrare in casa… sono usciti per un bagno e si sono chiusi fuori… capita.
Lei scappa ancora, e si chiude in macchina con il lupone che tenta di entrare.
Stacco e siamo ancora in treno… Marco è spaesato, non ha capito un cazzo di quello che è successo. Anche noi siamo spaesati, ma abbiamo capito quello che è successo: siamo andati a vedere il film sbagliato. La palla passa alla ragazza, Barbara, ora tocca a lei essere ipnotizzata dall’effetto speciale al computer del Lidl a soli 9,99 €, computer con effetto speciale straccione compreso. Barbara è un’attrice che lavora in un film di Lamberto Bava i cui effetti speciali sono di Sergio Stivaletti, e sono entrambi nel film, autocitazionismo senza limitismo. Hitchcock, non sei un cazzo te!
Una sua amica l’aspetta perché vuole essere accompagnata dal chirurgo plastico Dott. Fisher… si esatto, è sempre lo stesso che fa Price e Monti… Oh, non rompete le balle, i soldi son quelli che sono e li abbiamo spesi tutti per il lupo di prima, questo qua veniva via con poco!
Le ragazze si presentano all’infermiera che chiama il professore e testuale dice: “Dott. Fisher? La ragazza dell’appuntamento e la sua amica sono qui” che ovviamente quando uno va, chessò, dal dentista la receptionist lo avverte dicendo: “Dottore? Quel tizio con il dente è qui”… Ma non divaghiamo, il Dott. Fisher le fa accomodare e chiede che tipo di intervento vuole fare. La ragazza dice di voler diventare Barbara…
Così il Dott. Fisher, con la sua voce melliflua, e la sua aria da maniaco ai giardinetti, porta via Barbara con la scusa di farle delle foto, lasciando l’altra tizia da sola in studio.
Andiamo avanti, forza e coraggio, Barbara non torna, la tizia si fuma 280 sigarette… oppure è solo una che però non si consuma mai, non si capisce bene. Alla fine, stufa di aspettare, va in giro per la clinica a cercare Barbara. Ovviamente ora la clinica è buia e inquietante, cioè dovrebbe essere inquietante, in realtà è solo buia.
Barbara non si trova, tizia rimane bloccata in un corridoio tra 2 porte, si sente male, sviene, sogna che un falegname dell’Ikea la opera al cranio fino alla classica salsa di pomodoro che cola sulla telecamera…
Alla fine la tizia si riprende, che ci voleva proprio questa scena per riempire quei 2 minuti di film che mancavano, la porta come per magia si apre e lei si trova in un magazzino con tre sarcofaghi di metallo con della gente morta dentro con i tubi in faccia… si lo so sembra una roba senza senso, ma vi giuro che è così!
Ad ogni modo la tizia torna indietro, entra in un Hangar con un tendone al centro, sente gente che parla, si spaventa, cade, si rompe un tacco, corre a piedi nudi nello slime, se non capite che sta succedendo, tranquilli è normale, nemmeno Stivaletti sapeva quello che faceva. Arriva ad una porta con maniglione antipanico e… Fine primo tempo. Luci in sala. Il terzo Tizio che guardava il film con noi, si alza e dicendo: “Mavaffanculo che film dimmerda!” esce. Pensavamo per andare in bagno, prendere i pop corn e da bere, e invece non è più rientrato. I volti del terrore ora eravamo solo il Maledetto e io. E voi. Che però dovrete aspettare la seconda parte con la terza storia e uno dei finali più miserabili che storia del cinema ricordi…
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Scritto da: MrChreddy
"Sono la prova scientifica che si può vivere una vita intera in completa assenza di cervello"
Meraviglioso…il resoconto fin qui ovviamente…
Pensare che volevamo andare a vederlo e poi leggendo recensioni negative abbiamo lasciato perdere….Già il Plinius non è uno dei migliori cinema poi se becchi pure un film di merda, è finita…:D:D:D
Beata te Cris che te lo sei scampata… e pensa che me lo sono pure rivisto per fare sto pezzo! XD